Page 325 - La mirabile visione
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andare, e non si appaga di guardare e non resta seduto, ed è
           sollecito e si turba, possiamo dir subito, che il cammino che fa, è
           quello della vita attiva, e che il colle rappresenta la felicità buona
           e non ottima. C'è di più. Nel capitolo citato del Convivio Dante
           riesce a dire che questo cammino buono si fa con l'esercizio delle
           virtù morali; in altro dichiara che la felicità e beatitudine nostra
           consiste nell'uso del nostro animo, e che quest'uso "è doppiò, cioè
           pratico e speculativo (pratico è tanto, quanto operativo), l'uno e
           l'altro dilettosissimo; avvegnachè quello del contemplare sia più,
           siccome di sopra è narrato. Quello del pratico si è operare per noi
           virtuosamente, cioè onestamente, con prudenzia, con temperanza,
           con fortezza e con giustizia; quello dello speculativo si è, non
           operare per noi, ma considerare l'opera di Dio e della natura".
           (Co.  4,  22)  Avanti   il  colle,  noi  vediamo  che   comincia  l'uso
           dell'animo  che  fugge ancora e poi fa che Dante riprenda via.
           Dunque Dante cerca una delle due felicità con l'uso dell'animo, e
           questo uso è il pratico, poichè opera, cioè cammina, e non si
           limita a considerare. Senza che, abbiamo veduto che ha esercitato
           la   prudenza,   uscendo   dal   passo,   e   che   l'animo,   fuggendo   e
           cacciando, ha cominciato ad esercitare le virtù di temperanza e
           fortezza, chè l'appetito o animo, "come buono cavaliere lo freno
           usa, quando elli caccia, e chiamasi quello freno temperanza, la
           quale mostra lo termine infino al quale è da cacciare: lo sprone
           usa, quando fugge per lo tornare al loco onde fuggir vuole". (Co.
           4, 26) Ho detto che comincia: in vero qui l'animo non mostra che
           la natura sua, di "cacciare e fuggire", e la sua perfezione che è
           "quantunque ora esso caccia quello che è da cacciare... e fugge
           quello che è da fuggire". (ib.) Che tali due virtù eserciti poi, e con
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           esse la giustizia, vedremo fra poco : basti per ora ripetere che
           uscendo per la prudenza e cominciando, uscito, a usar l'animo, è
           molto   probabile   che   il   Poeta   intenda   di   simboleggiare   l'uso
           pratico   dell'animo   che   comincia   appunto   dall'esercizio   della

           326   L'abbiamo già veduto in Vel. 168 sgg.


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