Page 320 - La mirabile visione
P. 320
la luna, quasi a mezza notte tarda,
facea le stelle a noi parer più rade,
fatta com'un secchione che tutt'arda;
e correa contra 'l ciel, per quelle strade
che il sole infiamma allor che quel da Roma
tra' Sardi e' Corsi il vede quando cade.
Virgilio rimanda a Beatrice; e Beatrice continua infatti il trattato,
e definisce la nobile virtù: (Par. 5, 19)
lo maggior don, che Dio per sua larghezza
fesse creando, e alla sua bontate
più conformato, e quel ch'ei più apprezza,
fu della volontà la libertate...
Dove ciò? Nel cielo della luna. Riparla poi della libertà: (Par. 27,
124)
Ben fiorisce negli uomini il volere,
ma la pioggia continua converte
in bozzacchioni le susine vere.
Ebbene, di lì a poco (non senza notare l'accorgimento di
menzionare la luna nel verso 132) ecco esprime l'oscurarsi del
lume di grazia, avuto col battesimo; così:
così si fa la pelle bianca nera
nel primo aspetto della bella figlia
di quel che apporta mane e lascia sera.
La qual bella figlia è la luna, senza dubbio, che fa l'uffizio
contrario del suo padre, da cui ha luce di grazia, pur avendone
320