Page 315 - La mirabile visione
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dove l'ombre hanno difetto di carne, (v. 51) e
dov'esso dichiara come mai faccia il gran viaggio
con la sua "vera carne" che "seconda" però un
essere spirituale quale è Virgilio. Come di luna
parlò Virgilio a Dante nella bolgia infernale della
falsa prudenza, così ne parla qui Dante a Forese,
per indurre l'idea della "prudentia carnis". La
quale consiste nel tenere i beni delle carne come
fine della vita, nell'amare la carne d'amore soverchio.
Chè "lecitamente si ama la carne, affinchè
ella sia ordinata al bene dell'anima, come ad ultimo
fine, ma se si costituisce nel ben della carne l'ultimo
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fine, sarà inordinato e illecito amore" . E questo
concetto si riscontra nel Convivio, dove si descrive
il nobile appetito che "conoscendo in sè diverse
parti, quelle che in lui sono più nobili, più ama;
e conciosiacosachè più nobile parte dell'uomo sia
l'anima che 'l corpo, quella più ama". Se questo
non fa, l'animo non è nobile, bensì vile, e sè non
usa, cioè non usa la volontà e l'intelletto, (Co. 4, 22)
cioè erra nella selva oscura, nella vanità del senso,
nella notte, con non altro che la prudenza della
carne, ben contraria all'altra prudenza che "assomiglia
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al carbonchio che allumina la notte" , e
alla luna che splende da sera a mane, come il suo
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fratello sole raggia da mane a sera . Uscito,
Dante posò alquanto il corpo lasso. Lasso era il
corpo, perchè il battesimo, se cancella la colpa originale,
lascia però l'infermità. "Si rimette la colpa,
315 Summa 2a 2ae 55, 1. Nel cielo corrispondente al cerchio e alla cornice
della gola, nel cielo del sole, si fa, dichiarare in qual modo, e sino a qual
punto si deve amare la carne. (Par. 14, 43 segg.).
316 Vel. pag. 283.
317 Vel. pag. 40 sg.
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