Page 313 - La mirabile visione
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ma dacchè Dio in te vuol che traluca
tanta sua grazia...
Non ci si maraviglia, che di cosa di cui non ci si rende ragione;
non traluce, se non cosa che sia coperta. L'Aquila parla, e dice
con quella sua tanta esattezza: (Par. 20, 67)
Chi crederebbe giù nel mondo errante,
che Rifeo Troiano in questo tondo
fosse la quinta delle luci sante?
Ora conosce assai di quel che il mondo
veder non può della divina grazia,
benchè sua vista non discerna il fondo.
Così Dante non dice, perchè non può dirlo, come fosse che egli
potè, cioè che volle. Glielo dice poi Virgilio, come fosse,
aggiungendo quel "ben ten dee ricordare" che fa vedere che, nella
finzione del Poeta, Virgilio non sa che Dante non sa e non
ricorda. Altra volta, se Virgilio non parlasse. Dante non saprebbe.
Dante dorme e sogna. Si sveglia e non sa più dove sia. Dormendo
era giunto al purgatorio. Come? Virgilio glielo racconta, vincendo
il dubbio e la paura di lui. (Pur. 9, 52)
Dianzi nell'alba che precede il giorno
quando l'anima tua dentro dormia
sopra li fiori, onde laggiù è adorno,
venne una donna e disse: I' son Lucia;
lasciatemi pigliar costui che dorme,
si l'agevolerò per la sua via.
Sì: Lucia l'aveva portato sino alla entrata del purgatorio. Ed egli
per quanto nel sogno avesse avuta una visione di analogo
significato, egli non sapeva nulla ed era in un dubbio pauroso.
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