Page 319 - La mirabile visione
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agnello di Dio lo chiama nell'epistola a lui: Ecco chi tolse i
           peccati del mondo! (Ep. VII, 2) E ciò, dunque, perchè egli rende
           la libertà, perchè cancella gli effetti del peccato originale, ossia,
           con tutti i peccati cioè con tutta la malizia o cupidità che v'è
           implicita, quella prima miseria, quel primo languor della nostra
           natura,   quell'originale   servitù   e   ignoranza.   Egli,   l'imperatore,
           ribattezza dunque il genere umano.
              Restituisce il lume e la libertà, ossia fa uscire il genere umano
           - la maggior parte degli uomini - dalla selva oscura. Anche nel
           Convivio è detto "cavalcatore dell'umana volontà". Cioè, nella
           selva monta in sella, e fa uscire la volontà dal passo. Dopo,
           spronerà o frenerà la fiera. Nella selva è luce di grazia, è Delia, è
           Phoeba, è altro sole; dopo... si vedrà che è per essere. Nelle
           tenebre della selva è il minor luminare, che splende da sera a
           mane, facendo l'uffizio di sole notturno, altrettanto, se non più,
           necessario del sole diurno; perchè, ripeto, nella notte del senso si
           decide   il   destino   dell'uomo.  Egli   è   la   luna;   ed   è   mirabile   a
           osservare che sempre, quando il Poeta parla di libertà di volere,
           torni in volta la luna. Nel discorso di Marco ella è detta un de' due
           soli. (Pur. 16, 107). E qui si noti come di libero arbitrio e di lume
           a bene e a malizia, Dante parli nella parte centrale del suo poema;
           parte costituita dai tre canti dal sedicesimo al diciottesimo del
           purgatorio: poichè, tralasciando, come deve essere tralasciato, il
           canto proemiale di tutto il poema, abbiamo, avanti il decimosesto
           del   Purgatorio,   quarantotto   canti,   e   altrettanti   dopo   il
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           decimottavo . Ebbene in questa triade in cui è esposta la dottrina
           centrale del libero volere, dopo il ragionamento di Marco il sole
           era nel corcare. (17, 9) Sorgeva la luna. Quando Virgilio ha
           conchiuso il trattato della nobile virtù, rimandando a Beatrice,
           ecco (18, 76)




           319   GFraccaroli fece altrimenti il computo, ma il mio, che ritengo più giusto, è
              certo ispirato dal suo.


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