Page 322 - La mirabile visione
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grazia battesimale. Tra la luna, che scorge Dante al passo della
           selva senza farsi a lui vedere, sebbene sia tonda, e Lucia, che lo
           porta all'entrata del purgatorio, senza farsi sentire a lui assopito, è
           grande somiglianza. Orbene, mentre Dante è assopito, che Lucia
           lo porta in collo, egli ha una visione che annunzia e raffigura in
           altro modo, dentro l'anima, il fatto che avviene di fuori. Egli
           narra: (Pur. 9, 19)

                     In sogno mi parea veder sospesa
                     un'aquila nel ciel con penne d'oro,
                     con l'ale aperte ed a calare intesa:

                     ed esser mi parea là dove foro
                     abbandonati i suoi da Ganimede,
                     quando fu ratto al sommo consistoro.

                     Fra me pensava: forse questo fiede
                     pur qui per uso, o forse d'altro loco
                     disdegna di portarne suso in piede.

                     Poi mi parea che, più rotata un poco,
                     terribil come folgor discendesse,
                     e me rapisse suso infino al foco.


                     Ivi pareva ch'ella ed io ardesse,
                     e sì l'incendio imaginato cosse,
                     che convenne che il sonno si rompesse.

           La visione significa che la grazia lo porta, senza sua fatica, al
           purgatorio,   espresso   qui,   come   nel   primo   canto   dell'inferno,
           mediante il fuoco che in esso è ultimo e monda il cuore e acuisce
           gli occhi alla visione. Ma perchè sul monte Ida? perchè in forma
           d'aquila? perchè con penne  d'oro, e perchè simile  a folgore;
           imagini   che   sono   nell'epistola   ai   Fiorentini   a   significare   lo




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