Page 323 - La mirabile visione
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           imperatore ?   Perchè   appunto   impero   e   grazia,   impero   e
           giustizia, impero e libertà, impero e remission di peccati sono
           come sinonimi in Dante. Non è l'imperatore l'agnus dei che toglie
           i peccati del mondo? che è carità e giustizia? E tra luna e Lucia vi
           è grande relazione. Lucia è così detta perchè la grazia è dealbatio,
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           cioè bianchezza di luce ; ma chi non dirà che Dante abbia detto
           lucem gratiae invece che il comune lumen gratiae, perchè fisso
           nella somiglianza che è tra la luna, che quella luce riceve, e Lucia
           che è la grazia?
              Tutto il genere umano sarebbe dall'aquila imperiale portato in
           sino al fuoco della purificazione, come Dante. Donde alcuno,
           come   Dante,   avrebbe   potuto,   volendo,   assorgere   anche   alla
           visione, alla quale è condizion necessaria quel fuoco di mondizia.
           Così Dante ha detto. E trasformando la colomba evangelica in
           aquila romana, ha significato il concetto, non so dir quanto ardito,
           ma che pure ha espresso nelle epistole, nel Convivio e nel trattato
           della Monarchia, che l'imperatore è un nuovo Cristo che libera il
           genere umano dalla miseria del peccato originale, da quello che
           fu e resta il diverticulum totius nostrae deviationis , e perciò da
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           tutti i peccati che sono conseguenze di quella e di quello.
              Egli è intanto, o potrebbe essere, come deve essere, colui che
           fa uscire dal passo della selva la quale è l'ignoranza e difficoltà o
           servitù originali, il genere umano. Per limitarci al primo membro
           del trinomio dell'Aquila del paradiso, tenebra, ombra e veleno
           della carne; ebbene l'aquila delle penne d'oro, che ebbe il suo
           primo nido là donde fu ratto Ganimede, l'aquila imperiale che
           scende come folgore, rischiara al genere umano la "tenebra".


           323   Vedi a pag. 211.
           324   Vel. pag. 450. Giova ricordare la prima fonte di questa figurazione, che è
              nelle Confessioni di S. Agostino, libro molto letto da Dante. S. Agostino
              (Conf. XIII, 23) dice che il  sermo sapientiae  di S. Paolo è il  luminare
              maius,   e  il  sermo   scientiae  è  il  luminare   minus.  Tra   sapienza  e   vita
              contemplativa, e tra scienza e vita attiva è quel nesso che tutti sanno.
           325   Vedi a pag. 220.


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