Page 296 - La mirabile visione
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a tale inganno d'anima fanciulla e semplicetta, paragonando
l'amatore a un augelletto, che, già pennuto, non doveva ricader
più negli inganni dell'uccellatore. E Dante sta nella sua vergogna,
muto, con gli occhi a terra, come un fanciullo; quando Beatrice
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gli ricorda ch'egli è un fanciullo con la barba !
Questa teorica di Marco si ricongiunge col discorso di Virgilio
intorno all'amore. Questi dice che l'amore d'animo (Pur. 17, 95)
puote errar per malo obbietto
o per troppo o per poco di vigore,
e così dare origine ai sette peccati attuali, di cui si purga la
macchia nelle sette cornici del purgatorio. Ma dà loro origine
mediatamente. Invero l'amore è un moversi ver cosa che piaccia,
un piegar verso lei. Poi l'animo entra in desire, sin che non posa
nella quiete del possesso. (Pur. 18, 19) Quella prima voglia
merto di lode o dì biasmo non cape.
Il principio di meritare è nell'assentire o negare che fa "la virtù
che consiglia", agli atti della volontà che seguitano quella prima
voglia illaudabile e incolpabile. Questa virtù consigliatrice ha la
libertà di accogliere e vigliare (ossia escluder, gettar via) i buoni e
i rei amori. E questa virtù della virtù consigliatrice, d'esser libera,
si chiama "la nobile virtù". E nobile sappiamo che Dante
intendeva "non vile". (Co. 4, 16) Marco ha detto che abbiamo,
nelle nostre battaglie col cielo ossia con le disposizioni naturali,
lume per discernere il ben dal male, e volere libero per ripugnare
e acconsentire. Il lume, cioè, la virtù che consiglia; il libero
arbitrio o libero volere, ossia la libertà di accogliere o rifiutare
quel consiglio, ossia la nobile virtù.
269 Vel. La selva oscura. Vedi anche in questo volume a pag. 38 e sgg. La
concezione giovanile sta un po' a disagio nel poema dell'età matura: pag.
59.
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