Page 294 - La mirabile visione
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discerna e di volere che vinca; e ciò per l'ignoranza e difficoltà,
penali della prima colpa, le quali persistono oltre il battesimo.
Ora la selva oscura è questa ignoranza, la selva aspra e forte è
questa difficoltà. È il peccato originale nelle sue conseguenze. È
dunque un uomo, non il mondo presente, che disvia; ma,
considerando che quest'uomo che si ritrova "nel mezzo del
cammin di nostra vita", sembra un uomo tipico, l'umanità in
genere; possiamo dire, sì che è il mondo d'allora che disviava.
L'uomo disvia: la diritta via era smarrita. L'uomo entrò nella selva
pien di sonno: s'ingannò e corse dietro al primo picciol bene di
cui sentì sapore. E più l'esatta somiglianza vedremo tra il mondo
presente descritto da Marco, e Dante che si smarrisce nella selva,
se ricorderemo le parole on cui Beatrice rimprovera a Dante il suo
disviare. (Pur. 30, 121)
Alcun tempo il sostenni col mio volto;
mostrando gli occhi giovinetti a lui
meco il menava in dritta parte volto.
Dante aveva, prima di disviare, una guida o freno che torceva il
suo amore, sì che esso non correva dove sentiva sapore di picciol
bene.
Sì tosto come in su la soglia fui
di mia seconda etade e mutai vita,
questi si tolse a me, e diessi altrui.
Ciò, dunque, dieci anni prima, quando Dante aveva venticinque
anni, quando era appena entrato anche lui nella giovinezza,
quando insomma avevano ancor luogo quelle blande dilettazioni
dell'adolescenza, che fan necessaria la direzione d'alcuno.
Quando di carne a spirto era salita,
e bellezza e virtù cresciuta m'era,
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