Page 283 - La mirabile visione
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verso il colle, non era la via diritta. La via diritta, l'abbandonò
           pien di sonno. E questa via era quella cui seguendo, egli era "in
           dritta parte volto"; era l'altra via, la via della vita contemplativa.
           Dunque, riassumendo, Dante nella selva o valle della vita, prima
           era per quello dei due cammini, che mena alla felicità quasi
           perfetta od ottima in questa vita. Si smarrì. Entrò nel folto di essa
           selva, nel basso di essa valle. Ci  si  ritrovò, dopo una  notte
           d'angoscia   e   di   paura.   Era,   quando   rinvenne   dal   suo   errare,
           sull'orlo o sulla radura della selva, e per l'altro cammino, che
           conduce alla felicità buona, rispetto all'ottima, imperfetta, rispetto
           alla quasi perfetta. Quel cammino e' non potè tenere, sì che
           arretrando e ruinando veniva già a esser di nuovo nell'oscurità
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           della selva e nella bassura della valle .
              Che è la selva oscura nella quale Dante si smarrì deviando da
           quella diritta via, in cui quando camminava, egli era in dritta parte
           volto? la selva oscura dove il sol tace e che è in basso loco, nella
           quale tornava ruinando dopo essersi provato a salire il colle?
              Ella è, prima di tutto, oscura. È quasi morte. È piena di paura.
           È bassa. (Inf. 1, 14, 61) . Chi ci si aggira, è vile perchè ha paura,
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           vilissimo   perchè   ne   ha   tanta   (chi   non   segue   il   cammino
           mostratogli   è   vile);   è   cieco   (naturalmente,   perchè   la   selva   è
           oscura), onde il Poeta fa l'altro viaggio "per non esser più cieco";
           (Pur. 26, 58) è morto, poichè ella non lascia mai "persona viva",
           ed ella è in vero tanto amara "che poco è più morte"; è servo,
           poichè Dante medesimo esclama ver Beatrice, che gli ha mandato
           Virgilio, quando il suo amico era volto per paura, e lì lì per morir
           di nuovo (Inf. 2, 64), cioè quando ruinava in basso loco; esclama:


                     Tu m'hai di servo tratto a libertate!
                                                      (Par. 31, 85)


           257   Così credo d'aver purgato "d'ogni macola" il mio comento alla selva oscura
              in Vel. a principio.
           258   Segno, del canto notissimo, solo i richiami più importanti.


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