Page 280 - La mirabile visione
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cioè a trentacinque anni, cioè nell'anno mille e trecento . Il
sole era in Ariete: era dunque l'equinozio. La notte che aveva
passata con tanta pietà, fu uguale al dì che dal principio del
mattino all'andarsene del giorno Dante passò nella piaggia diserta
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procedendo verso il colle e arretrando da quello sino alla selva .
Dante chiamerà poi decenne la sete che ebbe di Beatrice; (Pur.
32,2) Beatrice dirà, che egli volse i passi per via non vera, tosto
ch'ella morì. (Pur. 30, 124) Orbene: i dieci anni, dal 1290 al 1300,
di traviamento, non sono da considerarsi tutti passati nella selva e
nella notte, ma anche nella piaggia diserta e nel giorno, sino alla
sera, nella quale, dopo un nuovo colloquio con Virgilio, entra
nell'oltremondo. Il tempo passato nell'oltremondo va computato a
parte: quei giorni, quanti che siano, sono di ventiquattr'ore,
mentre la notte e il dì che lì precede sono un decennio intero. E
poichè era l'equinozio, possiamo affermare che Dante affermi
d'aver passato cinque anni nella selva e cinque nella piaggia
diserta. Il che sembra veramente coincidere con l'entrata di Dante
nella vita civile, la qual entrata fu nel 1295. E a puntino; perchè
entrò o pensò d'entrare nella vita civile nella primavera, come
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nella primavera riprese via per la piaggia diserta .
In tal caso il verso "mi ritrovai per una selva oscura" è più
comprensivo che non paia. Selva, la cui imagine mal si può
disgiungere da bestie selvaggie, indica nel primo verso, ciò che
"valle" nel colloquio con Brunetto: (Inf. 15, 30) sì la selva
"fonda" (Inf. 20, 129) e sì la piaggia diserta son tutte una selva:
fonda, quella nella notte, e la luna, sebben piena, a stento mostrò
252 Questa data si conferma senza più dubbio nello studio di Nunzio
Vaccalluzzo, Il plenilunio e l'anno della Vis. Dant. Trani 1899.
253 Vedi a pag. 178, e anche a 130, dove correggerai la frase "sono una notte e
un mattino" in "sono una notte e un giorno". Nel Vel. non avvertii questa
circostanza.
254 Un Grande, in vero, sin dal 5 marzo del 1295, nel qual giorno Giano della
Bella era bandito, poteva prevedere l'abolizione degli Ordini di giustizia, o
almeno la loro riforma, che avvenne in quel medesimo anno.
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