Page 276 - La mirabile visione
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invece, era ben naturale che Dante desse il nunzio della Comedia,
           come per oracolo, che forse egli solo al mondo poteva sciogliere.
           E qui alla probabilità sottentra l'evidenza.
              Moroello Malaspina, al quale indirizzò l'epistola e l'augurale
           canzone, è (senza entrare in questioni) per certo, dunque, un di
           quelli   che   l'aveva   ospitato   nel   suo   castello,   che   il   poeta
           magnificando chiama  curia, di  Lunigiana,  alcuni  anni  prima.
           Mentre il Poeta là dimorava, avvenne ciò che narra il Boccaccio,
           così.   Dante,   egli   narra,   aveva   cominciata,   poi   tralasciata   la
           Comedia. "Ma non avvenne il poterne così tosto vedere il fine,
           come esso per avventura immaginò; perciò che mentre egli era
           più attento al glorioso lavoro, avendo già di quello sette canti
           composti, dei cento che deliberato avea di farne, sopravvenne il
           gravoso accidente della sua cacciata, ovvero fuga, per la quale
           egli,   quella   et   ogni   altra   cosa   abbandonata,   incerto   di   sè
           medesimo, più anni con diversi amici e signori andò vagando. Ma
           non potè la nemica fortuna al piacer di Dio contrastare. Avvenne
           adunque che alcun parente di lui, cercando per alcuna scrittura in
           forzieri, che in luoghi sacri erano stati fuggiti nel tempo che
           tumultuosamente la ingrata e disordinata plebe gli era, più vaga di
           preda   che   di   giusta   vendetta,   corsa   alla   casa,   trovò   un
           quadernuccio, nel quale scritti erano li predetti sette canti: li quali
           con ammirazione leggendo, nè sappiendo che fossero, del luogo
           dove erano sottrattigli, gli portò a un nostro cittadino, il cui nome
           fu Dino  di  Messer  Lambertuccio,  in  que'  tempi  famosissimo
           dicitore in rima, e gliel mostrò. Li quali avendo veduto Dino, e
           maravigliatosi sì per lo bello e pulito stile, sì per la profondità del
           senso, il quale sotto la ornata corteccia delle parole gli pareva
           sentire, senza fallo quegli essere opera di Dante immaginò; e
           dolendosi   quella   essere   rimasa   imperfetta,   e   dopo   alcuna
           investigazione   avendo   trovato   Dante   in   quel   tempo   essere
           appresso   il   marchese   Moruello   Malaspina,   non   a   lui,   ma   al
           marchese e l'accidente et il desiderio suo scrisse, e mandogli i



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