Page 264 - La mirabile visione
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con quelle scritte per Gherardesca da Battifolle . Non ha ella per
vero la soscrizione solita; perchè termina in tronco, presentando
qualcos'altro, che secondo ogni probabilità, è un componimento
poetico, la canzone Amor, dacchè convien, in fondo alla quale, se
mai, tal soscrizione è da cercare. Ed ella invero ha nel commiato:
O montanina mia Canzon, tu vai:
forse vedrai Fiorenza la mia terra,
e a principio dell'ultima stanza ha
Così m'hai concio, Amore, in mezzo l'alpi
nella valle del fiume;
i quali accenni equivalgono bene a in finibus Thusciae sub fonte
Sarni. E corrispondono a questa frase dell'epistola: cum primum
pedes iuxta Sarni fluenta securus et incautus defigerem.
La canzone, Amor, dacchè convien, è per certo ciò che Dante
annunzia in fine all'epistola con le parole: Regnat itaque Amor in
me, nulla refragante virtute; qualiterque me regat, inferius, extra
sinum praesentium requiratis. Invero la canzone comincia
Amor, dacchè convien pur ch'io mi doglia
perchè la gente m'oda,
e mostri me d'ogni virtude spento.
E nella seconda stanza c'è:
Quale argomento di ragion raffrena
242 Secondo LStaffetti (cit. a pag. 209): "... Se di un Moroello, dopo la pace di
Castelnuovo, Dante fu amico, siamo indotti a credere che costui fosse il
giovane marchese di Villafranca poi che fu uscito dalla minore età. Quel
Currado trovato dal Poeta nella valletta del Purgatorio fra gente che gli fu
cara, era appunto uno dei principali signori del ramo di Villafranca:
Moroello gli fu nipote, perchè figliuolo di suo fratello Obizzino ...".
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