Page 263 - La mirabile visione
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           scritte "che prima del 1309, mentre cioè Marcabò esisteva" , io
           credo che non poterono essere scritte che dopo il 1313 o il '14,
           dopo, cioè, il tempo, che Dante ebbe conosciuti i Polentani e le
           loro gesta. Questa designazione che fa Dante della valle del Po,
           da Vercelli a un castello qualunque, deve essere spiegata come
           qualunque altra operazione mentale di qualunque omicciuolo.
           Perchè   il   pensiero   di   Dante   si   fissò   in   Vercelli   e   Marcabò?
           Vercelli altra volta ricorse alla penna dell'Alighieri: nella lettera
           ad   Arrigo:   "la   qual   (rabbia),   poichè   si   sarà   chetata   sotto   il
           flagello, rigonfierà a Vercelli, a Bergamo, altrove..." Il nome di
           Vercelli è qui a mo' d'esempio, come un altro qualunque. Ma
           perchè si presentò al pensiero di Dante? Forse per il suo studio o
           forse per il suo assedio passato. E Marcabò, in quest'altro passo,
           in   cui   è   accoppiato   a   Vercelli,   perchè?   Appunto,   per   la   sua
           distruzione, fatta dai Polentani, coi quali ebbe che fare il cattano
           che cavalcando per la Romagna sommoveva tra loro, con sue
           lettere, Messer Malatesta da Rimino e Messer Guido da Ravenna.
           Sicchè è molto più ragionevole affermare che il verso fu scritto
           dopo il 1309, che dire che non potè essere scritto che prima.
              Ma c'è, oltre le molte dichiarate più sopra, una nuova ragione
           positiva per affermare che la Comedia non fu cominciata che
           intorno   alla   morte   di   Arrigo:   Dante   stesso   narra   questo
           cominciamento!
              Nel 1306 Dante era in Lunigiana, presso i Malaspina, come
           risulta da un atto del 6 ottobre di quell'anno, col quale egli è
           nominato   procuratore   dai   marchesi   Franceschino,   Moroello   e
           Corradino Malaspina per concludere la pace col Vescovo di Luni;
           pace che concluse. All'ospitalità, certo condegna, come di tali che
           adoperavano l'esule in così importanti negoziati, allude il Poeta
           nella Comedia. (Pur. 8, 115) Or v'è di lui una epistola latina
           Domino Maroello Marchioni Malaspinae, la quale ha da esser
           posta insieme con quelle ai Principi, ai Fiorentini e ad Arrigo, e

           241   Vedi a pag. 238. Già lo Scartazzini rispose con argomenti simili a CRicci.


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