Page 262 - La mirabile visione
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XXII.
L'ALPIGIANA
Dicono che nell'Inferno non sono allusioni che vadano oltre il
1308, e che quindi nel 1308 la prima cantica era compiuta. Dove
sono, io chiedo, nelle altre cantiche allusioni che vadano così
lontano? Non si va, in esse, oltre il 1313, anno della morte di
Arrigo. Dunque la Comedia era finita in quell'anno? Il fatto è che
gli avvenimenti dopo il trecento non potendo essere accennati che
a mo' di profezia, il Poeta non poteva abbondare in accennarli e
profetarli. E tuttavia la prima cantica contiene un'allusione che va
più in là della morte di Arrigo: quella della morte di Clemente, il
Guasco che l'ingannò. Nicolò, il figliuol dell'orsa dice che sarà
più il tempo da che egli sta sottosopra a cocersi i piedi, che non
sarà quello che ci starà Bonifazio. Nicolò morto nel 1280 starà
dunque sottosopra sino al 1303 nel qual anno morrà Bonifazio:
dunque ventitrè anni. E Bonifazio dovendo star così sino alla
morte di Clemente, che è per essere nel 1314, ci starà soli undici
anni. Si allude qui, dunque, all'anno 1314. Ed è il canto XIX. (v.
76) C'è poi nel XXVIII il (v. 76) fatto di Guido e Angiolello
mazzerati da Malatestino; il qual fatto è posto nel 1312. E a ogni
modo è di quelli che Dante difficilmente poteva sapere fuor di
Romagna e di Ravenna. Al qual proposito ricordo di nuovo
Marcabò che è nominato a proposito di Piero, il cattano seminator
di scandoli, prima de' duo miglior di Fano: (v. 73)
Rimembriti di Pier da Medicina
se mai torni a veder lo dolce piano
che da Vercelli a Marcabò dichina.
Invece di credere col Ricci, che queste parole non poterono essere
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