Page 261 - La mirabile visione
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aveva trasformata in sapienza, la quale non si trova se non nella
via della contemplazione, uscendo, in cotal guisa, dal grave
involucro terreno. E riprende la MIRABILE VISIONE.
La città è antica. È piena di chiese e di santi. Sono in quelle
chiese teorie di santi estatici, che hanno riflessi di cielo. Una
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grande foresta è ai confini dell'orizzonte . Per certo in quella
errò meditabondo. E da una selva comincia il poema. Il viatore
cammina da una selva selvaggia a una divina foresta: poi da
viatore si fa comprensore, e ascende. Là dove ascende, udrà
parlare Giustiniano e gli apostoli, vedrà trionfare il Redentore, le
cui imagini ammira già ne' musaici orientali di San Vitale. Subito
a principio della Comedia egli narra la storia di Francesca che
non aveva potuto saper prima, o non avrebbe voluto prima
abbellire e sublimare. La storia di Francesca si abbina ad altra più
lugubre, pure appresa o ricordata in quelli ultimi tempi. Fiorenza,
cui tanto bramò pochi mesi prima, il Casentino da pochi mesi
lasciato, la Romagna in cui è e dimora gli forniscono a dovizia
materia per il grande edifizio. Si aggiungono tutti gli studi che già
iniziò nel 1291, tutta l'esperienza acquistata quando errava come
legno senza vela, tutte le cognizioni tesoreggiate per il Convivio e
per la Volgare Eloquenza, tutti i raziocinii già esposti nelle
epistole e nel cominciato libro di Monarchia; tutte le speranze
deluse, tutte le memorie risognate, tutte le sue ire, tutti i suoi
amori; e nella silenziosa città della marina Padana, già rifugio
dell'impero di Roma, tutta odorata di profumo ascetico, piena
d'arche, piena di monumenti, piena di visioni, egli pon mano al
Poema Sacro.
basso di lui. Lavorava, per campare, Dante a Ravenna. E io ringrazio il Podestà
della mia sacra Ravenna d'aver offerto a Dante Alighieri, esule immeritevole, il
pane, quanto duro e salato che fosse, piuttosto della scuola che della corte.
Tu sei dei nostri, o padre nostro!
240 Leggi la mirabile descrizione che ha della Pineta il Ricci nel libro tante
volte citato: pag. 114 sgg.
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