Page 247 - La mirabile visione
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su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui.
Questi versi non vogliono già dire: La mia patria è sul lido
adriano. Ce ne sono tante altre su quel lido! Vogliono dire: La mia
patria è alle foci del Po. Qual altra città è alle foci del Po, oltre
che Ravenna? Ma che alle foci del Po sia Ravenna, par difficile
che lo sapesse (e anche che lo sappia) chi non aveva o ha veduto
che poco lungi da Ravenna è il Po di Primaro; chi non aveva
veduto (questo non si vede più) che "passava presso Ravenna il
Padoreno e fra le mura della stessa città s'inoltrava il Padenna,
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due fiumi derivanti, come rivela il loro nome, dal Po" . Sì che
bene a ragione Giovanni del Virgilio, nella sua epistola latina a
Dante, poteva dirgli: Padi mediane: vivente in mezzo al Po.
E come, altronde, è poco probabile sapesse tale istoria, così è
improbabilissimo che Dante scegliesse da sè, senza suggerimento
altrui, senza intenzione di compiacere altrui, questa adultera
Polentana ad essere l'Elissa, non più taciturna ma altrettanto
dolorosa, de' suoi inferi. Chè tra Elissa e Francesca le somiglianze
sono ancor più che quelle che noi vediamo subito. Francesca non
è solo vittima d'amore, come Elissa del fato d'Enea; ma, come
Elissa, è tradita dall'Amore stesso che si trasforma in altra persona
per accenderla d'un ardore irresistibile. È questo cambiamento
ingannevole che innamora e uccide Didone ; e non anco
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Francesca? Ecco apparire una volta di più, la veracità del tanto
calunniato novellatore Boccaccio, il quale apprese la storia là
dove l'apprese Dante. Sì: anche Francesca cade in un inganno,
come Didone. ".... Al tempo dato venne in Ravenna Polo, fratello
di Gianni, con pieno mandato ad isposare madonna Francesca.
Era Polo bello e piacevole uomo e costumato molto; et andando
con altri gentili uomini per la corte dell'abitazione di messer
223 CRicci, L'U. R. pag. 134, e altr.
224 Aen. I 683 e sqq.
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