Page 243 - La mirabile visione
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tirannide dei Malatesta, quando si consideri ch'essi erano nemici
           dei   Polentani?  E  poi   noi  non  sappiamo  tutto.  La   guerra  era
           sempre in quei cuori, non ostante la consanguineità e l'affinità.
           Erano famiglie d'Atrei e Tiesti, quelle; e anche quando il Poeta fa
           la   singolar   lode   dei   Malabocca,   che   non   rifigliano,   noi   non
           possiamo giurare che ciò tornasse piuttosto sgradito che gradito a
           Madonna   Caterina   e   a   Guido   Novello.   Il   Ricci   ricorda   "un
           documento scritto nel gennaio del 1320, mentre fiorivano Dante,
           Guido Novello e Caterina in Ravenna, per certa questione tra
           questa città e Bagnacavallo. In esso - non si sa se per malcontento
           o per malevolenza -  Bagnacavallo  è chiamato  Bagnaasino, ed
           uno dei testi presenti è ricordato con le parole: - Cicho... familiari
           domini  comitis  Bernardini  de Bagnaasino  - mentre  lo  stesso
           notaro si sottoscrive: - Et ego Magister Maximus Dotavolus de
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           Bagnaasino" . Tal mutamento, inscritto da conte e notaro di
           Bagnacavallo,   somiglia   a   riconoscimento   e   rinfacciamento
           d'ingiuria ricevuta e solita anzi a riceversi. E non è prova di molto
           buon sangue tra Ravenna e Bagnaasino, e tra Guido Novello e i
           suoi affini.
              E chi può, venendo a un punto più importante, affermare che
           l'episodio di Francesca tornasse, nel rispetto degli amori e odii di
           famiglia, piuttosto discaro al consanguineo dell'uccisa, che caro al
           nemico dei consanguinei dell'uccisore? Certo è che la parte più
           brutta (e a noi non deve parere meritata) è del Malatesta, atteso in
           Caina. Ed è superfluo notare che la poesia di cui il Poeta circonda
           le  due anime affannate, doveva  esser sentita allora come s'è
           sentita e si sentirà in tutti i tempi; e che certo ella non discese a
           caso su loro dalla bocca incosciente di Dante. Or quanto maggior
           tenerezza, nell'udire quella voce soave alzarsi tra l'improvviso
           silenzio del vento infernale, doveva essere in chi era alla donna
           congiunto di sangue!
              Il dramma è ad arte abbellito. Si trattava dell'amore di due

           219   CRicci. L'U. R. pag. 138 sg.


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