Page 241 - La mirabile visione
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Romagna , come spiega che le più di queste menzioni sono del
tempo in cui, secondo lui e altri e tutti, Dante in Romagna non
dimorava ancora? Era forse presciente il Poeta? prevedeva egli
forse che si sarebbe ricoverato sotto le ali dell'aquila che covava
Ravenna?
Ma qui sorge una grave obbiezione. Dante inveisce contro i
Romagnoli in genere, chiamandoli rimbastarditi, contro i suoi
signori, chiamandoli tiranni, contro i Polentani, mettendoli tra
quei tiranni, contro i congiunti dei Polentani stessi, dicendo
ben fa Bagnacaval che non rifiglia,
e detestando così la progenitura della famiglia Malabocca, di cui
era Caterina, moglie di Guido Novello suo ospite. Ella appunto
sopravisse alla sua gente; e "le parole del poeta non potevan certo
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garbarle troppo" . L'obbiezione è grave solo per chi dimentica la
natura del poema dantesco e i costumi de' suoi tempi. Il poema
dantesco è un poema sacro, molto più affine a una predicazione
appassionata, che a un livido libello. La parola è brusca, ma deve
lasciare vital nutrimento. (Par. 17, 131) Strana sarebbe la nostra
maraviglia, ricordando l'imperversar d'invettive in bocca di alcun
predicatore anche di pace, sì in quei tempi e sì nei nostri. A molte,
insieme, di tali invettive può essere assomigliato il poema di
Dante, il qual Dante, come un fiero domenicano, come un ardente
francescano, rimbrottando, in genere e a nome, i lor peccati ai
suoi uditori, professa pur d'essere anche lui peccatore, l'ultimo
anzi dei peccatori, come quegli che scende nell'inferno, e non
216 Noto di passaggio che col verso
Tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno.
Dante non ha voluto circoscrivere la Romagna propriamente detta.
217 CRicci, l'U. R. pag. 128 sgg. specialmente per
questo punto, pag. 138.
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