Page 238 - La mirabile visione
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           lido Adriano" .
              Se questa diligenza ed esattezza non ci par possibile se non a
           patto di una grande dimestichezza con cose e luoghi di Ravenna;
           che diremo della tanta e così intima conoscenza di uomini e
           famiglie romagnoli, anche a' suoi tempi estinte, che sfoggia per
           bocca d'un romagnolo?

                     Però sappi ch'io son Guido del Duca.


                     Fu 'l sangue mio d'invidia sì riarso...

                     . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

                     Quest'è Rinier: quest'è il pregio e l'onore
                     della casa da Calboli, ove nullo
                     fatto s'è reda poi del suo valore.

                     E non pur lo suo sangue è fatto brullo
                     tra 'l Po e 'l monte e la marina e 'l Reno
                     del ben richiesto al vero ed al trastullo:


                     chè dentro a questi termini è ripieno
                     di venenosi sterpi, sì che tardi
                     per coltivare omai verrebber meno.

                     Ov'è il buon Lizio e Arrigo Manardi,
                     Pier Traversaro e Guido da Carpigna?
                     O Romagnoli tornati in bastardi!

                     Quando in Bologna un Fabbro si ralligna?
                     quando in Faenza un Bernardin di Tosco,
                     verga gentil di picciola gramigna?


                     Non ti maravigliar s'io piango, o Tosco,

           214   Id. ib. pag. 127 sgg.


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