Page 240 - La mirabile visione
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Romagna tua non è e non fu mai
sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni;
ma palese nessuna or ven lasciai.
Ravenna sta come è stata molti anni:
l'aquila da Polenta la si cova,
si che Cervia ricuopre co' suoi vanni.
La terra che fe già la lunga prova 215 ,
e di Franceschi sanguinoso mucchio,
sotto le branche verdi si ritrova.
E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio,
che fecer di Montagna il mal governo,
là, dove soglion, fan de' denti succhio.
La città del Lamone e del Santerno
conduce il leoncel dal nido bianco,
che muta parte dalla state al verno:
e quella a cui il Savio bagna 'l fianco,
così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte,
tra tirannia si vive e stato franco.
Non si nega che tali notizie potesse aver Dante prima di andare in
Romagna; ma quel cominciar da Ravenna! quel nominare, la
prima e ultima volta nella Comedia, la famiglia da Polenta! quel
nominarla per il suo nobile stemma! quell'accennare al suo
incremento di potenza! Ebbene quei versi sono del XXVII
dell'Inferno (v. 37). Chi dalle copiose e minute menzioni di cose e
persone romagnole, inferisce la lunga dimora di Dante in
215 L'edizione presente in Progetto Manuzio (a cura di Giorgio Petrocchi,
Mondadori 1966-67 riporta il verso come : "La terra che fé già la lunga
prova".. [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
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