Page 210 - La mirabile visione
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La Comedia ha per argomento l'abbandono della vita attiva,
           resa impossibile a Dante da due fiere che trova nel suo cammino,
           e che sono la violenza e la frode. Il cammino non è per essere
           libero   se   non   quando   verrà   un   veltro   a   uccidere   e   ricacciar
           nell'inferno la fiera che in sè comprende anche l'altra. Quando il
           Poeta cominciò il poema, dato quest'argomento?
              È certo che Dante non rinunziava alla vita civile o attiva nel
           tempo che assegna alla visione. In quel tempo egli non era ancora
           stato eletto Priore; elezione che fu la causa delle sue sventure. E
           in quel tempo, senza alcun dubbio, non cominciava il poema, che
           ha nel primo suo canto, il quale è la pietra fondamentale del
           grande edificio, il racconto di questa rinunzia. Ideò, sì, intorno al
           1292,   una  visione  in  cui  egli   ritornava  a   Beatrice,  cioè   alla
           sapienza, cioè alla contemplazione; tornava, ma non già per aver
           trovato sul suo cammino alcune fiere contro cui valesse alcun
           veltro! Dunque, più tardi e di quest'anno in cui ideò la visione e
           dell'altro in cui dice d'averla veduta, cominciò. Quando? Quando,
           possiamo dire, Dante, ponendosi tuttavia nel trecento, disperò di
           riprendere la vita civile o attiva; quando alla sua vita assegnò
           ormai l'unico fine della contemplazione, la quale fosse bensì utile
           alla vita attiva degli uomini, ma differisse da essa vita attiva,
           come, p. es. un libro di morale da un codice di leggi. Non per sè,
           che col suo poema si consacrava del tutto alla contemplazione;
           ma per gli uomini sperava in un avvenire più o meno remoto
           l'avvento del Veltro che doveva sgombrare il cammino della vita
           del mondo da quella bestia che non lasciava passare per la sua
           via. Quella bestia, che è tutto ciò che è avverso a giustizia, non
           poteva essere rimessa nell'inferno che da ciò che è in tutto e per
           tutto avverso a cupidità: dall'imperatore. Rifacendosi dal trecento,
           Dante aveva sperato in Alberto tedesco, eletto nel 1298, e nel
           1303 confermato da Bonifazio. Dante sperò ch'egli scendesse a
           incoronarsi in Italia: lo attesta tutta la fiera disgressione,  Ahi
           serva Italia. (Pur. 6, 97) Cominciò dunque il poema negli anni tra



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