Page 206 - La mirabile visione
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quale è dunque posteriore a quello; e sì che non avrebbe nel
Convivio rifiutata quella definizione, se l'avesse approvata nella
Monarchia, la quale non è dunque anteriore a quello. Nel suo
trattato politico Dante abbonda in concedere la verità vera pur
della definizione Aristotelica; perchè è in grado di provare che
anche secondo il filosofo il concetto della nobiltà si conviene al
popolo romano. Il quale è dunque nobilissimo della nobiltà intesa
a quei due modi. E lo prova con fatti non solo storici come nel
Convivio, ma mitici. Di questi ultimi esempi Enea è il centro:
l'eroe giusto e pio e forte su tutti. Nel Convivio, al punto dove si
tratta il medesimo argomento, Enea è appena accennato: "tutto
questo fu in uno temporale che David nacque e nacque Roma;
cioè che Enea venne di Troia in Italia, che fu origine della
nobilissima città romana". (Co. 4, 5) Poi, dimostra Dante nella
Monarchia, che il popolo romano assoggettando il mondo, ebbe
di mira, "allontanata ogni cupidità", la giustizia, la libertà e la
pace. (M. 2, 5) Poi, dimostra che avendo esso un fine di giustizia,
giustamente si assoggettò il mondo. (M. 2, 6) Anche: che
giustamente il dominio del mondo esso ha a serbare, poichè
l'ebbe da natura. (2,7) Infine: che avendo egli prevalso sui
concorrenti atleti e pugili, fu vincitore in duello, ed ebbe dunque
per sè la manifestazione del giudizio di Dio. (M. 2, 8, 9) Continua
dimostrando la verità de' suoi asserti con principii della fede
Cristiana. E qui di nuovo si rivolge contro quelli che "fremerono"
e che "meditarono vanità". Egli ha di mira quelli che si
professano zelatores fidei Christianae. E qui Dante dichiara
d'attendere il soccorso del "Salvator nostro", perchè le ricchezze,
date dall'imperatore ai pastori in aiuto dei poveri, tornino donde
vennero, perchè siano spese bene. Il Cristo con la sua nascita
mostrò il diritto dell'impero. (2, 10) Se l'impero non è di diritto, il
peccato di Adamo non fu punito. Chè punizione non si dà che da
giudice legittimo; se il giudice non era legittimo, non sarebbe
stata "punizione" del peccato di Adamo la passione dell'uomo
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