Page 201 - La mirabile visione
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quali svolge le due tesi del Convivio; poi nel 1317 e dopo riprese
           il Trattato, lo rimaneggiò, e aggiunse il libro terzo, nel quale
           combatte la dipendenza in dritto dell'impero dal papato. Perchè è
           probabile che esso libro terzo fosse risposta alla bolla con la
           quale nel 31 marzo del 1317 Giovanni XXII, dichiarato vacante
           l'impero, ne rimetteva il governo nelle mani del Papa, che come
           successore di S. Pietro aveva l'autorità non solo spirituale ma
                     155
           temporale . Certo è che la mente di Dante era nel 1311 già piena
           di quelli argomenti. Nel Convivio aveva alle mani il suo codice di
           vita operativa; e già nel proemio dei suoi undici trattati, cioè nel
           Trattato IV del Convivio quale rimase, indicava il "fondamento
           radicale della imperiale maestà" essere nel fine del consorzio
           umano,  che è la felicità, e per ciò la pace. E poneva in stretto
           nesso tra loro il fatto di Dio che volle "l'umana creatura a sè
           riconfermare", e  quello dello  impero istituito a  ciò che  Dio,
           discendendo a fare questa concordia, trovasse la terra in ottima
           disposizione.   (Co.   4,   4)   E   segnava   ancora   una   relazione
           misteriosa tra la nascita di David, da cui doveva sorgere il "bel
           fiore", e l'approdo di Enea in Italia, (ib. 5) Enea doveva poi nel
           Trattato della Temperanza aver gran parte, nè soltanto in quello,
           forse; chè come di temperanza, egli è modello di fortezza e
           magnanimità, e d'amore per i maggiori e i minori, e di cortesia, e
           di lealtà. (Co. 4, 26) Ed Enea è gran parte nelle argomentazioni
           della  Monarchia.   Quanto   all'altro   nesso,   vediamo   che   nelle
           epistole si mostra a grado a grado più chiaro. In quella ai Re, egli
           dice che l'impero fu confermato verbo Verbi, (Ep. V 7) accenna
           che fu opera della provvidenza sino ai trionfi d'Ottaviano (ib. 8),
           e riferisce alla divisione delle due vie e vite le parole di Gesù, di
           dare a Cesare ciò che è di Cesare. (ib. 9) E parla della cupidità
           seduttrice (ib. 4) e della vanità del senso in cui si procede al buio.


           155    Tesi di FSKraus in  Dante sein Leben und sein Werk  etc.  V. Egli però
              sostiene che tutto il Trattato ebbe occasione da quella bolla e principio in
              quell'anno.


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