Page 197 - La mirabile visione
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gli uni e gli altri (Guelfi e Ghibellini) potete riconoscere che a
           ognuno è preparata la pace..." la pace che solo l'imperio può dare,
           come si dimostra col fatto che Gesù non si mostrò, se non quando
           Augusto   ebbe   stabilita   la   pace.   E   Gesù   poi   stabilì   la   netta
           divisione dei poteri,  Sibi et Caesari universa distribuens. E lo
           confermò anche legato, che affermò provenir di lassù l'autorità
           cui Pilato vantava come vicario di Cesare. E il successore di
           Pietro, Clemente, ci ammonisce d'onorare il successore di Cesare.
           Dove   non   basta   il   raggio   spirituale,   ci   deve   illuminare   lo
           splendore del minor luminare.
              Questa lettera interpreta divinamente il pensiero e il consiglio
           di   quel   buon   principe   che   veniva   per   conciliar   le   parti
           irreconciliabili   e   non   voleva   sentir   parlare   di   Guelfi   e
                     150
           Ghibellini . E noi nel linguaggio latino, nell'indirizzo a re e
           principi,   nelle   reminiscenze   bibliche,   ci   ritroviamo   avanti
           l'adolescente di venti anni prima, che si volgeva ai principi della
           terra,   lamentando   la   sparizione   della   sapienza,   e   ricordando,
           forse, di amar la giustizia.
              Ma   il   sogno   di   concordia   svanisce   presto.   I   Fiorentini
           chiudono   la   città   di   mura   e   di   steccati,   e   l'apparecchiano   a
           resistere   all'imperatore.   E   allora   Dante   scrive  scelestissimis
           Florentinis intrinsecis. Egli minaccia loro la vendetta celeste,
           perchè, "allettati dalla funesta fame (ingluvies) della cupidità", si
           diniegano a ciò che è la provvidenza, a ciò che è la pace e il
           diritto. Come c'è un sole unico, ossia una autorità spirituale, così
           c'è un'unica luna (e voi ne volete fare un'altra), l'autorità civile.
           "O acciecati da strana cupidità, che vi gioveranno lo steccato e i
           baluardi   e   le   torri,   quando   volerà   verso   voi   l'aquila   d'oro
           terribile?" Voi siete ciechi e non vedete "la cupidità tiranna che
           con velenoso sussurro vi lusinga, con vane minaccie vi astringe,
           vi fa schiavi nella legge del peccato, vi vieta di ubbidire alle sacre
           leggi   che   della   naturale   giustizia   imitano   l'imagine;   la   cui

           150   IDLungo, Op. cit. Cap. IX.


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