Page 182 - La mirabile visione
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di male, per suoi carmi, che, liberamente espressi, possono
privarlo d'ogni asilo, e di altra parte, egli dice: (ib. 118)
s'io al vero son timido amico
temo di perder vita tra coloro
che questo tempo chiameranno antico.
Allora il tritavolo lo conforta a far manifesta la sua visione,
checchè debba accadergli: sia il suo grido come il vento, che più
percuote le cime più alte; (ib. 135)
e ciò non fia d'onor poco argomento.
Prima ch'egli si ponesse al poema sacro, lo studio e l'imitazione
di Virgilio, la cui Eneide era il poema allegorico per eccellenza,
l'aveva fornito di quel bello stile che gli aveva fatto onore. La
Comedia ch'egli per due cantiche aveva composta in compagnia e
quasi a dettatura dell'autore della alta tragedia, doveva, a suo
giudizio, fargli ben altro onore, come fa dire al suo progenitore
martire! E onore cercava col Convivio, volendo egli fuggire ciò
per cui "ciascuno profeta è meno onorato nella sua patria", ossia
le macchie che la presenza discopre. (Co. 1, 4) E nella canzone
citata egli proclama che l'amor della sapienza gli fa piacer la
morte; perchè? Perchè quella morte non è tale da far perder vita
tra gli avveniri. E in altra canzone, che non si può dubitare fosse
per appartenere all'amoroso Convivio, nella canzone Tre donne,
ossia della giustizia, egli esclama, con parole degne del colloquio
tra la fronda e la sua radice:
Ed io che ascolto nel parlar divino
consolarsi e dolersi
così alti dispersi,
l'esilio che m'è dato onor mi tegno;
e se giudizio, o forza di destino,
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