Page 178 - La mirabile visione
P. 178
come con dismisura si raguna
così con dismisura si distringe,
accenna che si deve pure ragunare e distringere con misura, e
quindi riprova chi non raguna e non distringe affatto. Inveisce il
Poeta specialmente, anzi, se si vuole, esclusivamente contro gli
avari e l'avarizia, ma tien fermo il concetto che la virtù di
liberalità, come le altre morali, è un abito eligente, e che il vizio o
i vizi contrari sono dismisura. E il comento avrebbe certo
contenuto molto di più di quel che la canzone. È dunque intonata
alla canzone della nobiltà, in cui definiscesi la virtù. E dunque si
fa, per questa, probabile che veramente Dante volesse in undici
canzoni trattare delle undici virtù. Sì; ma essa doveva essere
l'ultima. Dice infatti il Poeta: "Per che sì caro costa quello che si
prega, non intendo qui ragionare, perchè sufficientemente si
ragionerà nell'ultimo trattato di questo libro". (Co. 1, 8) L'ultima,
invece, delle virtù nell'enumerazione che Dante trae dall'Etica, è
la giustizia. Possiamo dunque dire che non avrebbe seguito
quell'ordine; invero dice egli stesso che le virtù morali
"diversamente da diversi Filosofi sono distinte e numerate". (Co.
4, 18) Ed egli stesso le distingue nella Canzone Amor che nella
mente, ed enumera nel comento, diversamente, sebbene dica:
"dove aperse la bocca la divina sentenzia d'Aristotile, da lasciare
mi pare ogni altrui sentenzia". (ib. 17) e sebbene, col prestabilire
a undici le canzoni, abbia mostrato di volere quella divina
sentenzia seguire. Ma nella detta canzone e nel detto trattato pur
così distingue e numera, se non le virtù, le "cose necessarie"
almeno, alle singole età: alla adolescenza, obbedienza, soavità,
vergogna, adornezza corporale; (Co. 4, 24) alla gioventù, lealtà,
cortesia, amore, fortezza e temperanza; (ib. 26) alla senetta,
prudenza cioè saviezza (senno), giustizia, larghezza, affabilità.
(ib. 27) Altra volta a fortezza fa uguale magnanimità: "questo
sprone si chiama fortezza ovvero magnanimità, la qual vertute
mostra lo loco ove è da fermarsi e da pungare". (ib. 26) Da tutto
178