Page 173 - La mirabile visione
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bene, un'età in cui la barba non fosse troppo dura e lunga. A
           mettere la visione in quell'anno, determinando ch'era l'equinozio
           di primavera, e riassumendo allegoricamente dieci anni di vita in
           una notte e in un dì, facendo cominciare la notte col sonno, cioè
           con la sera, quando l'aer bruno toglie i viventi dalle loro fatiche, e
           terminare con l'ora in cui la luce lambisce ancora a pena le cime
           dei monti, e curando con tanta diligenza che il dì sia ben marcato,
           dal principio del mattino all'andar del giorno; a ciò fu indotto
           principalmente   il   Poeta   da   questa   simmetria   che   vedeva
           veramente nei dieci anni della vita trascorsa dopo la morte di
           Beatrice; che furono tagliati in due parti uguali, di cinque anni
           l'una, dal consiglio ch'ei prese di dedicarsi alla vita civile. La qual
           vita civile era, se non di fatto, almeno potenzialmente, finita con
           la sventura, con la persecuzione, con l'esilio, nei comizi infausti
           del trecento. A questa norma, i primi cinque anni dei quali un
           anno e più era stato di dolore, e trenta mesi, di studio, furono
           dichiarati tutti, da tosto che Beatrice fu partita, di smarrimento e
           di sonno.
              Se la lupa lo ripingeva verso la selva delle tenebre e della viltà
           nell'anno trecento (e ciò fu virtualmente, non realmente), la lonza
           lo   impediva   "dal   principio   del   mattino",   "quasi   al   cominciar
           dell'erta". Dante fu "per ritornar più volte volto". (Inf. I 29)
           Questo impedimento dunque sarebbe venuto al principio di quel
           giorno di cinque anni, intorno al tempo in cui Dante era entrato
           nella vita civile. Poichè in quel volgersi più volte per ritornare, è
           da intendere che Dante non fu vittorioso della carne, se non dopo
           alcuna battaglia perduta, noi dobbiamo credere ch'egli dica che
           intorno al 1295 e poco più oltre egli ebbe a cedere alle tentazioni
           di ciò che la lonza simboleggia, dell'incontinenza carnale. E in
           vero con Forese egli condusse una vita che è grave memorare;
           (Pur. 23, 115) e della quale restano a testimoni i tre noti sonetti.
           Quando ciò? Prima del 1296 nel qual anno "Bicci novel" moriva;
           dopo il 1295, nel qual anno Dante si dedicava alla vita civile, se



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