Page 171 - La mirabile visione
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mattino, e quella notte e quel dì figurano dieci anni della vita di
Dante; noi possiamo credere ch'egli, pareggiando i tempi,
intendesse d'assegnare cinque anni, dal 1290, tosto che Beatrice
mutò vita, al 1295, quand'egli si diede alla vita civile, cioè riprese
via per la piaggia diserta, alla notte e alla oscurità; e cinque anni,
"dal principio del mattino" all'ora in cui "lo giorno se ne andava",
al corto andare. Conosceva egli il verso Virgiliano delle
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Georgiche nel quale si dividono l'ore tra il sonno e il giorno ?
Non mi par difficile, essendochè il concetto, espresso in quel
primo canto, che il mondo fu creato di primavera, poteva egli
averlo imparato mediante citazione, se non altro, delle Georgiche,
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le quali lo contengono ; e con quella poteva essere questa altra
citazione dell'equinozio che le è legata.
Sappiamo della vita pubblica di Dante in quei cinque anni,
qualche cosa: per esempio: il 6 luglio del novantacinque fu
consulente nella riforma degli Ordini di giustizia; il 14 dicembre
dell'anno medesimo, partecipava all'elezione bimestrale de'
Priori ; il 3 giugno dell'anno seguente era dei cento, e parlò; il 7
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maggio del novantanove andò ambasciatore a S. Gimignano ;
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nel trecento dal 15 giugno al 15 agosto fu dei Priori. L'elezione
non fu senza grande contrasto tra Cerchieschi e Donateschi. Egli
scriveva poi, secondo la testimonianza di Lionardo Aretino, "tutti
i mali e inconvenienti suoi dalli infausti comizi del suo priorato
aver avuto cagione e principio". Nel fatto, non molto più d'un
anno dopo, nel 27 gennaio del 1302, era accusato e condannato in
contumacia da Cante de' Gabrielli; e il 10 marzo di quell'anno, era
destinato al rogo. Per quanto il colmo, per dir così, della vita
politica di Dante sia dopo l'equinozio vernale del trecento, pure
136 Georg. I 208. Libra die somnique pares ubi fecerit horas. Servio annota:
dicit autem aequinoctium auctumnale, quod fit sole in Libra posito. Vernale
enim aequinoctium sol in ariete efficit.
137 Georg. II 336.
138 IDLungo Dal Sec. e dal Poem. di Dante: pag. 385 segg.
139 OBacci Dante ambasciatore, etc. Firenze 1899.
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