Page 142 - La mirabile visione
P. 142
(Co. c. 1, 48) Nel tempo stesso Beatrice torna ad essere quello
ch'era nella sua prima giovinezza: un'angiola. (ib. 29)
E questo nome d'intelligenza separata le è dato ora, quand'ella
rappresenta qualcosa di materiale in rapporto alla spiritualità
dell'altra donna; come allora, che per quanto sublimata a simbolo,
era pur donna viva e vera. Questo nome d'angiola, qui e là, è una
delle prove più convincenti ch'ella fu donna. Ora, ella è morta e
vera; e tutto ciò che prima figurava come simbolo, è passato a
questa altra. Tutte e due invero sono umili e spirano umiltà. Nella
Vita Nova, Beatrice:
E sì l'umilia ch'ogni offesa oblia. (c. 1, 40)
Ogne dolcezza e ogne pensero umile
nasce nel core a chi parlar la sente. (s. 11, 9)
Ed avea seco umilità verace. (c. 2, 69)
Io divenìa nel dolor sì umile,
veggendo in lei tanta umiltà formata.(ib. 71)
d'umiltà vestuta. (s. 14, 6)
La vista sua fa ogni cosa umile. (s. 16, 9)
E sì è cosa umil, che nol si crede. (st. 14)
luce de la sua umilitate
passò li cieli. (c. 3, 21)
fu posta da l'altissimo signore
nel ciel de l'umiltate, ov'è Maria. (s. 18, 3)
*/
Nel Convivio, della Donna gentile, che ha preso a Beatrice il
posto di Sapienza, si dice:
Mira quant'ella è pietosa ed umile. (c. 1, 46)
Miri costei ch'è esemplo d'umiltate. (c. 2, 70)
quest'è colei ch'umilia ogni perverso. (c. 2, 71)
142