Page 130 - La mirabile visione
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proprio dell'adolescenza, equivale allo smarrimento nella selva.
           Egli ne sarebbe uscito subito con la morte, come esce nella
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           Comedia , con la morte medesima che narra di sè anche nella
           Vita   Nova,   cioè   nella   seconda   canzone   delle   Nove   Rime;   e
           avrebbe riveduta Beatrice subito. Prima di lei avrebbe veduta,
           forse, la precorritrice Giovanna, la Primavera che prima verrà, la
           Matelda, insomma, che coglie i fiori dell'eterna primavera; ma ad
           essa non sarebbe giunto dopo un "corto andare", sì, come nella
           Comedia, dopo "altro viaggio". Il corto andare per la piaggia
           diserta non poteva aver luogo in quei primi disegnati drammi
           dell'anima   semplicetta,   perchè   quella   piaggia   non   si   percorre
           nell'adolescenza, in quell'età in cui l'uomo non può "certe cose
           fare senza curatore", (Co. 4, 24) bensì in quella altra età in cui
           conviene frenare e spronare l'appetito, e che deve essere perciò
           temperata e forte. (Co. 4, 26) Nell'adolescenza tali virtù non
           hanno luogo, perchè non hanno luogo i vizi contrari ad esse virtù.
           L'adolescenza   ha   da   avere   obbedienza,   sopra   tutto,   perchè
           l'adolescente, se da alcuno non gli è mostrato, non sa tenere il
           buon cammino. E qui rendiamoci finalmente ragione degli amori
           della Vita Nova; e fermiamo ben bene, che l'anima di Dante si
           volse bensì a quella o quell'altra donna gentile e anche ad una (la
           seconda dello schermo) che forse non era così gentile; ma non
           s'inoltrò tanto, da aver bisogno del freno della temperanza, per
           partirsi da qualche Didone. (Co. 4, 26) Andava l'anima dietro,
           bensì, a imagini false di bene, che somigliavano a Beatrice; ma
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           egli si disingannava, in un empito di pentimento, e tornava a lei .
           Nella Comedia, invece, il Poeta racconta sì d'essersi smarrito
           adolescente, e pien di sonno, e sì, dopo essersi ritrovato, di aver
           impreso un corto andare. Il quale è parte della via non vera, che
           per consiglio di Virgilio, egli mutò in altro viaggio. E l'altro

           92   Vel. Il passaggio dell'Acheronte, p. 73 segg.
           93   Così almeno dice Dante di sè; ma le sue non erano confessioni come quelle
              d'Agostino; bensì erano note della sua vita, molto generiche, per formare
              una specie di trattato filosofico.


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