Page 123 - La mirabile visione
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quanto bianchezza, bianchezza di luce, verso la contemplazione,
           mediante la quale egli avrebbe ora veduta, dopo Giovanna, la
           verace luce; andava l'anima di Dante, sin forse da quando era
           fanciullo e vedeva la fanciulla sua vicina: la vedeva senza mai
           udirne   la   voce,   chi   sa?   perchè   ell'era   promessa   sin   da'  quei
           primissimi   anni,   ed   era   tenuta   in   disparte,   come   già   sposa,
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           sebbene così piccola. E Dante, io imagino , nè imagino per altro
           se non per indurne la verosimiglianza d'un amor vero per una
           vera fanciulla e donna; Dante, che pur la vedeva passare per la via
           e l'aveva veduta una sola volta più da presso, in casa di lei, in una
           apparizione a una festa; non l'aveva sentita parlare nè allora nè
           mai. E s'era assuefatto a vedere in lei, piccola sposa, serbata per
           ciò in casa come in un monastero e quale una piccola monaca, un
           qualche cosa di sacro e d'intangibile e irraggiungibile se non di là
           della vita. E anch'esso convertiva sè in un piccolo monaco, e
           prendeva il suo bordone avviandosi per quella via, in cui non
           avrebbe mai trovata lei viva, ma lei morta, sì, avrebbe trovata
           quando che sia. Ed ella andò a nozze, e forse in quella festività,
           ella vide tra i convitati il vicino di casa Alighieri, e salutò lui non
           meno che gli altri; ed egli, in quel giorno se in altri mai, propose
           di non seguirla in quella via del mondo, per la quale ella andava a
           riposare in un letto nuziale; ma di aspettarla in quell'altra. E
           sognò di lei, ed ella era, involta in un drappo, nelle braccia
           d'alcuno. E che più cantò di lei, sino alla ballata del perdono?
           specialmente, se vogliamo escludere il nome di Bice, dal sonetto
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           del vascello incantato ? Egli si provò ad amare altre donne. Ma
           86   Nè in queste imaginazioni sono primo, giova avvertire. Ma lungo e fuor
              del mio proposito, far qui una lista. Si ricorra per altro, da chi voglia vedere
              come possa aver proceduto Dante nel trasformare una Bice donna in una
              Beatrice Sapienza, al citato "Discorso su Beatrice" di AD'Ancona.
           87  La nota già citata (pag. 11) di MBarbi porta a escludere monna Bice. Un
           solo ms. ha monna bice e... uaggia. Nella Giuntina (del 1527) che recò monna
           Vanna e monna Bice, questo nome può essere emendamento dell'editore. Il
           quale si sarebbe ricordato del sonetto XIV della VN. verso 9: io vidi monna


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