Page 117 - La mirabile visione
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medesimo profeta: Viae Sion lugent.... Leggeva: "Plaudirono su te
tutti che passavano per la via; fischiarono e tentennarono il capo
sulla figlia di Gerusalemme, dicendo: Questa è la città di perfetta
bellezza, gioia di tutta la terra?" Il pensiero di Dante può ben
derivare di qui. I suoi peregrini non plaudono nè fischiano nè
scrollano il capo sulle disgrazie della città di Beatrice; certo; però
l'attraversano
come quelle persone che neente
par che 'ntendesser la sua gravitate...
Insomma il sonetto viene da quella medesima fonte, da cui
sgorgarono le prime parole ch'egli diresse ai principi della città
(quelli che erano divenuti come arieti che non trovano i pascoli) 82
in quel momento della morte; ed è ragionevole supporre, per ciò,
che il sonetto sia più antico di quel che Dante ci dica; più
ragionevole, a ogni modo, che credere che sia lontano di dieci
anni da quell'ispirazione lugubre di dolore.
Nel principio dell'anno 1292, quand'egli aveva compiuto i
ventisei anni della sua vita (il Boccaccio dice "quasi nel suo
vigesimo sesto anno" perchè nella VN. non trovava altra data che
quella dell'annoale, 34, e poi alquanto tempo, 35, e alquanti die,
39, dopo la morte di Beatrice: l'annoale, un anno; l'alquanto
tempo e gli alquanti die, quasi), Dante uscito d'adolescenza
componeva questo libello dell'adolescenza, col fine di farne un
proemio a una loda della benedetta morta, loda più nuova e più
degna di quella che ne aveva cominciata in vivente di lei. Quel
suo primo disegno era stato troncato dalla morte della
gentilissima. Egli inserì nel libello quella loda lasciata a mezzo, e
con quel disegno stesso ma con maggiore ampiezza, propose di
farne un'altra, di cui tutto questo libello costituisse l'antefatto.
82 Hier. proph. lam. I. Vedi anche ALubin, Dante spiegato con Dante, 1884,
p. 39 segg. Egli non persuade me come non aveva persuaso il D'Ovidio
(Nuova Antologia 15 marzo 1884).
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