Page 115 - La mirabile visione
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all'arte più non mirava". Non è in ciò la prova, sì che l'anno della
           composizione del libello non è il trecento, e sì che non s'ha a
           mettere troppo lontano dalla morte di Beatrice?
              Ma c'è una difficoltà. "Dopo questa tribulazione (il pentimento
           del malvagio desiderio) avvenne in quel tempo che molta gente
           va per vedere quella imagine benedetta, la quale Gesù Cristo
           lasciò a noi per esempio de la sua bellissima figura..." (VN. 40)
           Ebbene secondo la lezione di codici meno autorevoli, si legge:
           che molta gente andava; e s'induce che quei peregrini andavano a
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           Roma per il giubileo del trecento . Per quanto il Villani nel
           narrare di tali pellegrinaggi faccia menzione della Veronica, pure
           dice ch'ella si mostrava "per consolazione de' cristiani pellegrini";
           ma il fine precipuo loro era di accorrere a quella "somma e
           grande   indulgenza",   quale   a   differenza   degli   altri   centesimi
           d'anni, in cui era solo grande, fece in quell'anno Bonifazio ottavo.
           Se il passaggio de' peregrini era per questa somma indulgenza,
           non avrebbe Dante, nella prosa dichiarativa, parlato solo di ciò
           che   si   dava   ai   peregrini   come   consolazione.   Egli   ha   parlato
           altrove di abituali pellegrinaggi per la Veronica (Par. 31, 103);
           quando gli è occorso parlare dell'affollarsi della gente nell'anno
           del Giubileo, l'ha detto, che era per il giubileo. (Inf. 18, 28) Ma
           poi, la lezione dei codici più autorevoli reca va e non andava. E
           pur tenendo andava, si potrebbe sempre intendere che quel tempo
           indichi la stagione, o che l'imperfetto sia per attrazione del verbo
           principale avvenne, e ciò anche se Dante scriveva in forma storica
           d'un fatto contemporaneo o recente. Come del resto sarebbe, se
           egli   avesse   scritto   nel   trecento   di   un   fatto   che   nel   trecento
           avveniva. Ma ciò che è assurdo del tutto è questo, che nell'anno
           del giubileo, dieci anni dopo la morte della gentilissima, il Poeta
           si rivolgesse a peregrini e si meravigliasse che non intendessero il
           dolore della città per la perdita, fatta tanto tempo prima, della


           81   Vedi VN. di TCasini, pag. 199; PRajna, Per la data della VN. in Giorn.
              stor. della lett. ital. VI 112-162.


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