Page 114 - La mirabile visione
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questa   luce   spirituale   della   contemplazione?   e   che   la   sua
           precorritrice o Giovanna non significasse l'altra beatitudine che è
           nella vita attiva? Non forse dunque Dante afferma qui, nella
           prosa, che Guido non mirava più la beltà di quella che precorre la
           beatitudine della contemplazione, ossia quella che nella comedia
           è Matelda? ossia l'arte? E dice che credeva allora che ancora la
           mirasse; dunque dice che un tempo la mirò; e nel sonetto infatti
           non dà a divedere alcun dubbio, mentre nella prosa esprime che
           per vero Guido non la mirava più. E quelle parole sono forse un
           invito amichevole e discreto a riamarla e a rimirarla! In ciò
           dunque   che   della   Vita   Nova   Dante   scriveva   nel   1292,   egli
           affermava che Guido non mirava più la precorritrice della verace
           luce, cioè la Matelda della Comedia; e nella Comedia, riferendosi
           al   1300   affermava   che   Guido   ebbe   a   disdegno   colui   che
                                                                        80
           conduceva prima a Matelda e poi Beatrice. Non tutto torna così ?
           Non sappiamo così il preciso momento a cui si riferisce Dante
           con quell'ebbe? "Ebbe a disdegno quasi nove anni fa, quand'io mi
           misi a studiare per trattare più degnamente di Beatrice, ossia per
           acquistare l'abito dell'arte; ed esso rinunziò allo studio, perchè

           80   Nel pensiero di Dante, Giovanna non mi sembra che fosse, come non è
           Matelda, la vita attiva in sè e per sè, ma  qualche cosa  della vita attiva in
           quanto questa  dispone  alla vita contemplativa. Ne riparleremo, e già se n'è
           parlato molto in Vel. Il colle, sì, rappresenta la beatitudine della vita attiva in
           sè; il santo monte, no, ma della vita attiva in quanto si dispone e si rende atta
           alla contemplativa. In cima al bel colle non avrebbe Dante trovata nè Giovanna
           nè Matelda. Lia lassù non si sarebbe specchiata. Beatrice a Dante dice: (Pur.
           30, 73)

               Ben son, ben son Beatrice:
           come degnasti d'accedere al monte?
           non sapei tu che qui è l'uom felice?

           "Qui: non nell'altro colle, dove è beatitudine imperfetta, per chi ci può arrivare.
              E tu non potesti. Gran mercè, che allora lasciasti il colle e ti mettesti per
              questo monte! Eppure io lo sapevo che tu non eri fatto per quella vita là,
              che poi non dà la beatitudine perfetta, non ha me sulla cima".


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