Page 100 - La mirabile visione
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X.
LA DONNA GENTILE
Dante era "in parte, ne la quale si ricordava del passato tempo"
e "molto stava pensoso, e con dolorosi pensamenti tanto che gli
faceano parere di fare una vista di terribile sbigottimento". (VN.
35) Ed ecco, da una finestra, lo riguardava una gentile donna
giovane e bella molto. Egli s'accorse ch'ella pensava alla sua "vita
oscura" ed egli "temendo di non mostrare la sua vile vita" o "di
dimostrar con gli occhi sua viltate", si tolse dinanzi a lei, chè
sentiva che gli veniva da piangere nel veder lei compatire.
Ritrattosi pensava: "E' non puote essere, che con quella pietosa
donna non sia nobilissimo amore", oppure:
ben è con quella donna quello Amore
lo qual mi fece andar così piangendo. (s. 19)
L'amore di Beatrice morta era, dunque, nella donna gentile viva:
Sì: l'amore stesso. L'amore è la cera, e l'una e l'altra donna, la
morta e la viva, la gentilissima e la gentile, sono due impronte.
L'amore è il centro del circolo alla cui circonferenza sono quei
due punti, questo buono, quello men buono, l'uno qua, l'altro
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colà , ma tutti e due alla stessa distanza dal centro. Non è un
70 AD'Ancona nella sua VN. "Per uno di quegli accorgimenti, di quelle
transazioni, che facciamo con noi stessi, quando vogliamo persuaderci
della bontà di una cosa che il sentimento o la ragione ci fanno apparire
d'altra natura, Dante mormora entro di sè che le ragioni dell'antico e del
nuovo affetto sono identiche, che è lo stesso amore quello che lo fa triste e
quello che appare adesso nel volto della donna pietosa. Così l'antico affetto
scusa e spiega il nuovo".
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