Page 89 - Minerva oscura
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Cristo, adorarono, sebbene non debitamente, Iddio; e tennero cer-
           te cristiane credenze, come quella dell'anima immortale. E i primi
           erano rei di malizia poi che erano puniti dentro Dite. Ma sebbene
           mala fosse adunque negli eresiarchi la volontà, pure, umanamente
           parlando, posero gl'ingegni a ben fare, e perciò non furono messi
           più sotto, come non ebbero luogo più sopra perchè la volontà era
           mala. In fine io pensavo che sola la vista della verità fa libero
           dritto sano l'arbitrio (Purg. XXVII 140) e che l'ignoranza è quella
           che l'offende e lo travia; e che si può dire che tutti i peccati che da
                                                                     æ
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           ignoranza provengono, si possono ridurre ad accidia (S. 1  2  LX-
           XXIV 4). Accidiosi erano dunque, in certo modo, e quelli del
           Limbo e quelli delle arche. Perchè, come espressamente dice
           Dante (Purg. XVII 130), l'amore del bene può essere lento sì ad
           acquistarlo sì a vederlo. Accidiosi tutti quelli dell'Antinferno e
           quelli dell'Antidite, e, degli uni e degli altri, quelli di là del fiume
           e immersi nella palude pingue, accidiosi rispetto alla vita attiva;
           quelli di qua dall'Acheronte e lungo gli spaldi di Dite, accidiosi
           rispetto alla vita contemplativa o intellettuale. Or come della vita
           attiva la più alta virtù e che assomma le altre è la giustizia, che
           Dante (Conv. I 12) dice la più propria dell'uomo e perciò la più
           amabile, e dichiara ottimamente disposto il mondo (De Mon. I
           13), cum iustitia in eo potissima est; così l'ingiustizia è il peggior
           male. Ma si può omettere la giustizia e fare l'ingiustizia; il che
           specialmente nei Principi, ministri di giustizia, è viltà o delitto.
           Ora nel brago dello Stige come tutti stanno per difetto nella vita
           attiva, così tutti ma specialmente i re sono puniti per non essere
           stati giusti, il che vale quanto essere stati ingiusti, sebbene ingiu-
           stizia non avessero commesso altra che questa, di non fare giusti-
           zia, ossia non essere stati quello che deve essere un re o più in ge-
           nerale l'uomo, drittamente attivo, ciò è giusto. E qui mi occorreva
           una nuova causa di meraviglia, vedendo non tutti i commentatori,
           che anzi sono pochissimi, avere accolta un'opinione di chi nel





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