Page 86 - Minerva oscura
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bito a un altro luogo di Dante, dove era il medesimo concetto di
segregazione e d'onore, e dove Dante, come qui da un balzo, ve-
deva da un luogo aperto luminoso ed alto, nobili spiriti. La valle
insomma dell'Antipurgatorio mi condusse al nobile castello del
Limbo. E allora sentii come il ventare nuovo e interrotto della ter-
ra lontana, che volevo scoprire; e per molti segni capii che tra
poco ella sarebbe stata in vista dell'ardito navigatore. E l'oscura
Minerva mi dimostrò un lampeggiar di riso.
XXXI.
Altri spiriti erano in Inferno, di cui avrei detto fossero puniti
per accidia, sentendo uno di loro dire: 'Non per far, ma per non
fare (Purg. VII 25)'. E questi sono in luogo
non tristo da martiri,
Ma di tenebre solo, ove i lamenti
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Non suonan come guai, ma son sospiri ;
sospiri di desiderio senza speranza (Inf. IV 42); 'di desiderio Ch'e-
ternalmente è dato lor per lutto (Purg. III 42)'. Essi tardi conobbe-
ro l'alto sole e per un difetto (Inf. IV 40), non per una colpa, sono
perduti, perchè essi non peccarono, sebbene i loro meriti non ba-
stino, e tra loro, oltre parvoli innocenti, sono onrevol gente e spi-
riti magni (Inf. IV 72 e 119). Sono nel primo cerchio dell'abisso;
prima di loro, separati dall'Acheronte, sopra loro, appena di un
gradino, sono solo gli ignavi per cui inutile dono fu quello della
libera volontà. Ora io pensavo che altro luogo era in inferno, dove
Dante avrebbe trovato il primo di quelli che a ben far poser gl'in-
gegni, di quelli che egli tanto desiderava vedere: Farinata (Inf. IX
53 Purg. VII 28 e segg.
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