Page 82 - Minerva oscura
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giustizia e che, per loro vilissimi perchè 'non solamente colui è
vile, cioè non gentile, che, disceso di buoni, è malvagio, ma
eziandio è vilissimo (Conv. IV 7)' e perciò assomigliati a porci, la
viltà si riduceva appunto a non aver dirizzato la volontà a essere
quando come Cesare, quando come Augusto. E pensavo che il ga-
leoto di Stige, il Caron che tragitta all'inferno inferiore, Flegias,
ha tale ministero, perchè la sua grande voce grida per l'ombre dal-
le pagine dell'Eneida (VI 620): 'Discite iustitiam moniti et non
temnere Divos'. Chè in Dite si punisce chi misconobbe la Giusti-
zia, sia la communiter dicta, sia quella che si chiama Religio e
Pietas, e fuori di Dite, nello Stige, come oltre Acheronte chi non
usò la libertà del volere, quelli che, per le passioni del concupisci-
bile e dell'irascibile, non si risolsero alla ingiuria, ma non vollero
la giustizia; sì che da una parte sono incontinenti, come quelli che
al talento o all'appetito sommisero la ragione, da un'altra sono
maliziosi, perchè o nel male quietarono o dal fine del male furono
distolti solo dal timore. Furono in somma gli accidiosi del male.
XXX.
Avevo veduto come Dante reputasse non solo vili, ma vilissimi
i re malvagi o inetti. Il perchè egli assegna (Conv. IV 7) col para-
gone d'uno, che non avendo, per andare in alcun luogo, se non a
seguire le vestigie lasciate da un altro, 'erra e tortisce per li pruni
e per le ruine, ed alla parte dove dee, non va'. E conclude chia-
mando valente il primo che trovò la via, e non valente o vile, anzi
vilissimo, l'altro che la via già trovata non seppe seguire. Donde
ricavavo che l'opposto di accidia era per Dante, oltre nobiltà e
fortezza, anche valore. Ma meglio ancora comprendeva perchè il
Poeta indicasse, come tra gli accidiosi dell'Antinferno, 'l'ombra di
colui Che fece per viltate il gran rifiuto', così tra quelli dell'Anti-
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