Page 76 - Minerva oscura
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persona orgogliosa. E questa esclama: 'Vedi che son un che pian-
           go'; e di lagrime è mischiato il sangue che riga il volto dei vili. E
           là sono angeli, e qua staranno gran regi. E sopra tutto così dalla
           riviera d'Acheronte, presso cui era la setta dei cattivi, come dalla
           secca ripa della palude, in cui stavano i vinti dall'ira, Dante vede-
           va arrivare per il fiume e per il pantano una nave, e nella nave là
           Caron, qua Flegias; e tutti e due gridano e tutti e due tacciono alle
           parole di Virgilio. Che dovevo concludere?





                                       XXVIII.


           Questo, per allora: che vi era come un navicellaio dell'Inferno
           così un galeotto di Dite, e come un Antinferno così un Antidite, e
           che alle anime dell'Antinferno rassomigliavano quelle dell'Antidi-
           te, come a Caron Flegias e a Stige Acheronte. In tanto posi mente
           ai peccatori fitti nel limo, che dicono:

                             tristi fummo
                Nell'aer dolce che dal sol s'allegra,
                Portando dentro accidioso fummo:
              Or ci attristiam nella belletta negra; 49

           e notai che nella tristezza erano simili non solo alle anime triste
           degl'ignavi, ma anche ai loro compagni che si percotono, de' quali
           uno dice: 'son un che piango'. Ricordai a questo proposito che an-
           che il violento, almeno contro sè e le sue cose, piange là dove es-
           ser dee giocondo (Inf. XI 45): il che faceva più stretta la relazione
           tra i peccatori della palude pingue, che io diceva incontinenti d'i-
           rascibile senza ingiuria, e quelli del settimo cerchio, che io aveva
           dichiarati rei d'ira. Ma ad altro io attendeva: che rea d'accidia fos-


           49   Inf. VII 121 e segg.


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