Page 71 - Minerva oscura
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suno avrebbe dovuto meravigliarsi di ciò che m'era parso: che
egli avesse agguagliate la superbia e la invidia e l'ira punite in in-
ferno al tradimento o frode in chi si fida, alla frode in chi non si
fida, alla violenza o bestialità. E così tornavo al punto in cui ave-
vo perduto la speranza dell'altezza; al punto in cui tutti i miei ra-
gionamenti avevo veduti vani, accorgendomi che Soddoma, che
io credevo fosse per Dante peccato d'ira o violenza o bestialità,
che sono una cosa, era invece per lui, come per tutti, peccato di
lussuria. Oh! ma, io dissi, i soddomiti del Purgatorio si resero a
Dio, entrarono nel Purgatorio dopo giusto pentere. Ora la peniten-
za di che effetto era stata nel loro reo? Rispondeva S. Tomaso (3 a
86 4): 'Per la grazia si toglie l'aversione della mente da Dio, insie-
me con la condanna alla pena eterna: rimane tuttavia ciò che è
materiale, cioè l'inordinata conversione a un bene creato, per la
quale si deve condanna a pena temporale'. Tolto dunque nel pec-
cato de' soddomiti ciò per cui esso era più veramente un allonta-
namento da Dio, ciò è la volontà d'impedire la generazione della
prole, rimaneva pur sempre l'atto materiale, che è di lussuria. E
così non solo io mi confermava nei miei ragionamenti, ma vi tro-
vava una forza nuova che mi spingeva a cercare sempre più, con
la certezza che avrei trovato. Di vero io mi rivolgeva agli altri in-
terpreti e domandava loro, perchè non avessero spiegato come
Dante in Inferno non avesse posto Brunetto coi lussuriosi, poi che
nel Purgatorio vi aveva posto il Guinizelli; e sentivo che non
avrebbero potuto o non potrebbero darne ragione, che stesse. Io in
vece poteva anche ricordare, che Tomaso afferma come in un
peccato possono concorrere più difformità e, a modo d'esempio,
riportare che egli dice dell'adulterio come non solo pertenga al
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peccato di lussuria ma sì anche a quello d'ingiustizia (1 2 LXXII
2).
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