Page 60 - Minerva oscura
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Io doveva a ogni modo comprendere come il Poeta sotto il me-
desimo concetto di violenza o di malizia con forza raggruppasse
oltre omicidi e predoni, oltre suicidi e dissipatori, i bestemmiato-
ri, i sodomiti e gli usurieri. Di questi ultimi specialmente non in-
tendevo il come e il perchè. In ciò era veramente un groppo, che
Dante pregava Virgilio di solvergli. Dante non capisce come usu-
ra offenda la divina bontà, e Virgilio spiega acconciamente come
l'usuriere dispregi la natura (e perciò Dio) in sè stessa e nell'arte.
Bene: ma come in tale offesa o in tale dispregio è violenza? è for-
za? Perchè offese Dio nella sua bontà anche Lucifero, ma non fu
violento, sì superbo; e lo offendono tutti i peccatori, i quali sono
detti rei di questo o quel peccato, non necessariamente di violen-
za. Costringere il danaro a fruttar danaro, senza altra propria ope-
razione: questa era la risposta che trovavo ai miei dubbi. Ma mi
pareva un parlar per metafora, un arzigogolo ingegnoso quanto si
voglia, non degno di Dante. E veramente in sì fatto «costringere»
come non è intelletto? Anzi vi abbonda, e sottile; mentre nella
violenza non avrebbe a essere. Bisognava attendere alle parole
proprie di Virgilio per giungere al pensiero di Dante. Alla doman-
da di Dante, in che usura offende la divina bontà, Virgilio, rispon-
de che l'usuriere dispregia la natura e Dio, perchè altra via tiene
da quella assegnata da Dio agli uomini. Dalla natura e dall'arte
conviene che l'uomo tragga il suo sostentamento e avanzamento.
Conviene, perchè Dio così volle, ed è scritto nello Genesi. Così
volle nella sua bontà, perchè chi altrimenti fa, offende quella. Ora
in che principalmente Dio mostrò all'uomo la sua bontà? nel
crearlo simile a sè, non solo intelligente quindi ma operante. Dice
lo Genesi dal principio: 'Posuit Deus hominem in Paradiso ut ope-
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