Page 54 - Minerva oscura
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E tornavo a Vanni Fucci, che più d'ogni altro peccatore di Ma-
lebolge fa pensare all'invidia con quel sinistro vaticinio, che fa
solo perchè Dante doler sen debbia. Nel fatto, anche dopo che
Dante se ne sarà doluto, che ne viene al ladro di quel dolore? Così
l'invidia si strugge sempre in un lavorìo vano; chè l'abbassamento
altrui non limiterà mai il suo timore di perdere quello che ha, di
podere, di grazia, d'onore, di fama. Ma Vanni Fucci si vergogna
d'esser colto nella miseria, dove Dante lo vede, egli che si profes-
sa con orgoglio bestia e d'aver amato vita bestiale e non umana. E
nè anche Dante avrebbe pensato di vederlo in giù messo tanto,
perchè il peccato, che Vanni sconta, falsamente già fu apposto al-
trui ed esso Dante vide lui uomo di sangue e di crucci, ciò è,
come spiega l'antico, uomo di brighe e d'omicidi. Or dove Dante
si sarebbe aspettato di vedere questo peccatore? dove appunto il
peccatore vorrebbe dare a credere di meritare d'essere messo:
dove si espia la 'morte per forza e le ferute dogliose che nel pros-
simo si danno,' nel 'La riviera del sangue, in la qual bolle Qual
che per violenza in altrui noccia'. Il che non solo Dante ha accen-
nato chiaramente dicendo d'averlo veduto uomo di sangue e di
crucci, ma egli stesso ha più chiaramente espresso professando:
Vita bestial mi piacque e non umana. Di fatti tra la malizia con
forza e quella con frode, quella è meno punita perchè non del-
l'uom proprio male, come la frode, essendo comune con le bestie.
Onde il ladro che dalle parole e dal tono di esse parrebbe tutt'altro
che ipocrita e sembra più tosto voler accrescere che diminuire la
sua colpa, in verità si trova che con quelle parole stesse attenua la
sua malizia, come quello che afferma di non aver posto in essa la
intelligenza: il che non era. Tuttavia quando ancor dopo scoperto
per quello che è, grida: 'Togli, Dio, chè a te le squadro', si com-
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