Page 49 - Minerva oscura
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la speranza di seminare ancora nuovi scismi e scandali, come
quelli che rivelano, nello svelarsi, nomi d'altri peccatori; o, più
semplicemente, con l'amor del male del prossimo, che vive anco-
ra in essi, come si vede specialmente tra i falsari. A ogni modo io
osservava che i più dei frodolenti non bramavano la fama, sì il
contrario come Bocca; e questo pensavo che fosse perchè come la
superbia è amor della propria eccellenza, così la invidia si esercita
'rispetto a quei beni in cui è vanagloria e in cui gli uomini amano
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æ
d'essere onorati e aver riputazione' (2 2 XXXVI). Il che Virgilio
diceva nel suo definire:
È chi podere, grazia onore e fama
Teme di perder... 40
E ciò era confermato dall'antico, di cui tre volte ho riportato le
parole; il quale a proposito del peccato degli indovini e ammalia-
tori, tutti accennati da Virgilio e nessuno palesatosi da sè, dice
che è contenuto sotto la fraude per tanto che questi sì fatti pecca-
tori intendono a vanaglorie e per farsi onorare e tenere saputi....
Così dunque vedevo l'invidia e la superbia assomigliare anche in
questo, nell'amor della fama, che l'una teme di perdere e l'altra
desidera in un grado sommo, onde nell'Inferno dantesco erano pu-
nite col vano desiderio del contrario. Ma qui mi si presentava, a
confondere tutti i miei ragionamenti, un peccatore della settima
bolgia il quale, non che celarsi e bassare il viso e fuggirsi chiuso,
proclamava: son Vanni Fucci bestia! Ma vidi subito che Vanni
Fucci mentiva e si dava per quel che non era, sì che il suo palesar-
si bugiardo forniva la riprova alla mia osservazione. Se egli era
stato veramente quello che diceva essere stato e quale Dante lo
aveva veduto, uomo di sangue e di crucci, non sarebbe stato 'In
giù... messo tanto'. Egli che menava vanto di sua vita bestial e di
suo essere malo, quando credeva di potere ingannare Virgilio, di
40 l. c. 118 e seg.
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