Page 44 - Minerva oscura
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Sei tu già costì ritto?' E così tutti questi dannati sono ossessi dal-
l'invidia: i due frati godenti,
Quando fur giunti, assai con l'occhio bieco
Mi rimiraron senza far parola:
Poi si volsero in sè e dicean seco:
«Costui par vivo all'atto della gola;
E s'ei son morti, per qual privilegio
Vanno scoperti della grave stola?» ;
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e Maestro Adamo:
O voi, che senza alcuna pena siete,
E non so io perchè... 36
I dannati par che si dolgano che gli altri non soffrano abbastan-
za, sì che gran parte di lor martoro è data dai compagni di pena,
come a Caifas, che deve sentire 'Qualunque passa com'ei pesa
pria'. E così i ladri l'uno muta e tramuta l'altro: 'io vo' che Buoso
corra, Com'ho fatt'io, carpon per questo calle'; e così le due ombre
smorte e nude corrono mordendo, come porci; e così rissano Ma-
stro Adamo e Sinone, compiacendosi l'uno della maggior pena e
maggior peccato dell'altro. Rissano persino due diavoli, Alichino
e Calcabrina, dei quali questo era invaghito 'Che quei campasse
(ossia che succedesse un male, un disordine) per aver la zuffa': il
qual desiderio è come nota precipua dell'invidia. E quasi a sug-
gellare il tutto, a Dante che piange in vedere il pianto degl'indovi-
ni, dice rimbrottando Virgilio:
ancor se' tu degli altri sciocchi?
Qui vive la pietà quando è ben morta .
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35 Inf. XXIII 85 e segg.
36 Inf. XXX 58 e seg.
37 Inf. XXVII e seg.
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