Page 48 - Minerva oscura
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suo fine dovrebbe essere di sopprimere quello che gli è legittima-
mente superiore per il benefizio che gli fece. Dalle definizioni del
purgatorio era dunque confermato ciò che avevo concluso della
superbia, e lumeggiato ciò che venivo concludendo della invidia
nell'inferno: che la superbia era punita col nome di tradimento o
di frode in chi si fida nella Ghiaccia, e la invidia, col nome di fro-
de in quei che fidanza non imborsa, in Malebolge; e che se l'una è
contro le due parti di Iustitia dette Religio e Pietas, l'altra è contro
la Iustitia communiter dicta. In vero questa è tra uguali, come
l'invidia che la offende non può essere che tra pari.
XVIII.
Come l'invidia con la superbia, così i peccatori di Malebolge
hanno qualche cosa di comune con quelli della Ghiaccia: la ripu-
gnanza di nomarsi e d'essere conosciuti. Venedico celar si credet-
te bassando il viso; Alessio Interminei sgrida verso Dante; Nicco-
lò papa sospira e parla con voce di pianto; gl'indovini sono tutti
accennati da Virgilio; Ciampolo non dice il suo nome, sì quello
degli altri rii, frate Gomita e Michel Zanche; Francesco de' Caval-
canti e Puccio Sciancato fuggono chiusi; nè Ulisse ha bisogno di
rivelarsi, e Guido di Montefeltro risponde senza tema d'infamia
perchè crede che Dante non sia mai per tornare al mondo, e Mao-
metto gli si noma perchè lo crede anima che 'in su lo scoglio
muse Forse per indugiar d'ire alla pena'. Vero è che, come dei tra-
ditori, così de' fraudolenti alcuni si svelano da sè stessi, ma per
qualche sottil ragione speciale dalla quale non è offeso il fatto ge-
nerale e il suo perchè. Gl'ipocriti frati godenti dicono il loro
nome, perchè, pur essendo nell'inferno, sembrano sperare di na-
scondere la loro reità, come fecero nel mondo; i seminatori di
scandalo e di scisma sembra che vincano l'orrore di palesarsi con
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