Page 47 - Minerva oscura
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che si fosse fatto. Di vero nel purgatorio si puniva una speranza e
una brama; che se il peccatore avesse voluto tenere ciò che spera-
va, l'eccellenza, avrebbe veduto il vicin da sopprimere a mano a
mano collocato in maggior grandezza fin che non si fosse trovato
a fronte di Dio stesso, cui doveva mettere in basso se voleva esse-
re veramente il primo. Ma egli l'abbassamento del vicino bramava
soltanto; che se dalla brama fosse passato al fatto avrebbe veduto
che, non che il Prossimo, gli conveniva odiare Dio, che proibiva
nella sua legge e reprimeva con la sua pena l'adempimento di
quella brama. E l'invido in che differiva dal superbo? Io leggeva
ancora:
È chi podere, grazia, onore e fama
Teme di perder per ch'altri sormonti,
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Onde s'attrista sì che il contrario ama .
Il superbo spera, l'invido teme: l'uno spera ciò che tener non
potrebbe se non sopraponendosi a Dio; l'altro teme di perdere ciò
che ha o crede di avere: l'uno vorrebbe essere il sommo, l'altro si
contenterebbe di restare quello che è; ma l'uno e l'altro, per adem-
piere la sua speranza o cessare il suo timore, hanno il medesimo
desiderio: quello brama e questo ama, che altri discenda. Non dif-
feriscono dunque nel desiderio del male e non differirebbero nella
materia dell'azione malvagia il superbo e l'invido; sì nel fine ulti-
mo, che è la non concessa eccellenza nell'uno, per il quale termi-
nerebbe con l'opporsi a Dio stesso; e il podere e gli altri umani
possedimenti nell'altro, per i quali egli si trova solo con uomini in
contrasto. E l'invido teme di perder e s'attrista, e perciò scendendo
all'atto sarebbe guardingo e coperto e ricorrerebbe all'inganno e
sarebbe fraudolento; mentre il superbo, passando anch'esso al fat-
to, potrebbe bensì andare per vie coperte al suo fine, ma non sa-
rebbe meno fraudolento anche non andando per esse, perchè il
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