Page 39 - Minerva oscura
P. 39
«Mentre si elevavano» allora furono abbattuti'. E concludeva: 'Ip-
sum... extolli iam deiici est'. E tu, Dante, dei traditori avevi detto,
anzi mostrato il medesimo, facendoli, così, simili al primo super-
bo e ai primi parenti, che furono superbi. O come non credere che
superbi fossero i traditori, se ciò che nei primi avviene, avviene
anche nei secondi? E avviene: tu l'avevi fatto dire a frate Alberi-
33
go .
Sappi che tosto che l'anima trade,
Come fec'io, il corpo suo l'è tolto
Da un demonio...
Ella ruina in sì fatta cisterna.
Proprio come di Lucifero dice Isaia: «ad infernum detraheris in
profundum laci». E perchè Dante, contro ogni verisimiglianza
teologica, pone questo cader dell'anima in inferno, tosto che tra-
de, se non per significare che il suo tradere è un superbire, e che
'ipsum extolli iam deiici est'? Come Lucifero nel primo istante di
sua creazione fu buono, nel secondo fu malo (1 LXIII 6), e appe-
a
na peccò, fu travolto; come Adamo ed Eva, appena mangiarono il
pomo, conobbero la loro nudità, e furono puniti; così il superbo,
appena ha commesso quel proprio peccato di superbia, equivalen-
te a quello del primo Angelo e del primo Uomo, ha la sua pena
eterna. Perchè il traditore da Dante si stima 'aderire immobilmen-
te al male che appetì', come Tomaso (1 LXIV 2) dice dell'Angelo
a
peccatore. Così io riposai nel pensiero che nel nono cerchio era la
superbia. Molte cose in essa mi erano ignote e molte ragioni na-
scoste; ma nella Ghiaccia e non altrove, sotto i Giganti, nel pro-
fondo del lago, nelle tre bocche e presso e intorno al primo super-
bo, sapevo già che non altri erano se non superbi.
33 Inf. XXXIII 129 e segg.
39