Page 36 - Minerva oscura
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te, quella che ha per fine l'ingiuria con frode, ossia il male fatto
           con inganno. E l'ingiuria con frode è di due specie e costituisce,
           fatta, due peccati di maggiore e minore gravità, secondo che l'uo-
           mo l'usa in colui che 'n 'lui fida Ed in quei che fidanza non imbor-
           sa', ossia in quello che non è tenuto a fidarsi. L'inganno verso chi
           non ha ragione di fidarsi, infrange, secondo Dante, 'Pur lo vinco
           d'amor che fa natura'; quello verso chi si fida, fa obliare sì l'amor
           naturale, sì 'quel ch'è poi aggiunto Di che la fede spezial si cria'. Il
           che torna a dire che i fraudolenti sono rei contro la Giustizia co-
           munemente detta, mentre da chi trade è offesa la Religione e la
           Pietà; poi che 'tra le parti di Giustizia (che sono la Religione e la
           Pietà) e la Giustizia comunemente detta è questo divario, che per
           esse parti si rende il debito ad alcune determinate persone, alle
           quali l'uomo per qualche speciale ragione è obbligato, e, per la
           Giustizia comunemente detta, uno rende il debito comunemente a
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           tutti (2  2  CXXII 6)'. Donde consegue che in Dante il tradere non
           prende sua qualità dall'inganno con cui si accompagna l'ingiuria,
           ma dalla persona, contro cui l'ingiuria è commessa, persona con-
           tro la quale ogni ingiuria è inganno, perchè ella si fida. Tanto dun-
           que è dire che uno trade, e dire che usa frode in colui che in lui
           fida per qualche speciale benefizio fattogli, onde si crea un moti-
           vo speciale di fiducia, e dire che offende i precetti di Religione e
           di Pietà che comandano l'amore verso Dio e i Parenti; e dire, con
           Cicerone, omisit pietatem, e dire che è reo di superbia. E così mi
           pareva considerando i peccatori del nono cerchio e i loro peccati,
           poi che di quelli che sono nelle tre bocche di Lucifero, Giuda ave-
           va tradito direttamente Cristo, e Bruto e Cassio la Monarchia, che
           dipende direttamente da Dio (Mon. III 15): avevano tradito, non
           tanto, come dissi, per il mezzo fraudolento posto in opera dall'uno
           e dagli altri, quanto per la persona, perchè Dio era il loro benefat-
           tore, o immediatamente, come Cristo, o mediatamente, come Ce-
           sare; e perciò Dio e Cesare avevano particolar motivo di fidarsi di
           loro, sì che Cristo esclamava: «Con un bacio!», e Cesare: «Anche



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