Page 41 - Minerva oscura
P. 41

re che il peccato di superbia, e quando l'Angelo ebbe un Prossimo
           che fu Adamo, allora sorse il peccato d'invidia; e similmente
           quando l'Uomo, o la coppia umana, era solo in faccia a Dio, non
           potè essere che superbo, e quando ebbe un Prossimo, cioè un fra-
           tello, allora fu anche invido. Ora un fatto pareva annullare il mio
           ragionamento, che invece lo afforzava e rendeva certo: il fatto che
           da Caino prende il nome la estrema circuizione della Ghiaccia,
           nella quale Ghiaccia io avevo veduto la punizione della superbia.
           Chè Dante, il quale stima diretta contro Dio l'ingiuria fatta ai ge-
           nitori e ai consanguinei, ponendo lo stesso Caino una volta invi-
           do, una volta superbo, fa intendere come l'invidia quale si estrin-
           seca nella latitudine del consorzio umano, sia contro il Prossimo,
           poi che quella che si estrinsecò nell'ambito breve della prima fa-
           miglia fu sì contro Dio, ma soltanto perchè tutto il Prossimo per il
           primo invido si riduceva al fratello. E ne consegue che il modo
           meno grave di superbia è una specie più grave d'invidia, e che l'u-
           na è finitima all'altra. Onde io cominciai a sospettare che in Male-
           bolge, nel cui mezzo vaneggia il pozzo della superbia, fosse puni-
           ta l'invidia, la quale Dante facesse a Virgilio chiamare frode in
           quei che fidanza non imborsa, la qual frode è modo che uccide
           soltanto lo vinco d'amor che fa natura, ossia quello che lega l'uo-
           mo all'uomo. E subito, a confermarmi, soccorse il luogo del Pur-
           gatorio in cui (XIII 37 e segg.) l'amore o carità è considerata virtù
           contraria all'invidia, come è manifesto a tutti. Uccidere il vincolo
           d'amore o fare contro la carità è dunque sì della frode in chi non
           si fida, e sì della invidia. Onde si faceva più probabile per me che
           fossero, la detta frode e l'invidia, una medesima colpa. Invero an-
           che sì fatta Frode è solo rispetto a uomini, come l'invidia, perchè
           solo Dio e chi da Dio più tiene è obbietto dell'amore aggiunto, cui
           non oblia il fraudolento semplice. Il quale fraudolento, a modo
           nostro di vedere, sarebbe il solo vero ingannatore, poi che ha bi-
           sogno di raggiri, di insidie, di vie coperte per sopraffare chi, per-
           chè non si fida, si guarda. Ora è chiaro quanto queste operazioni



                                          41
   36   37   38   39   40   41   42   43   44   45   46